IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Sfata un tabù, vince una partita importantissima e accorcia sulla Juve capolista ora più su di una sola lunghezza. È il bilancio della trasferta di Udine nella quale la Roma torna al successo, dopo tre stagioni, nella prima gara dell’anno solare. Il 2015 riparte insomma nello stesso modo in cui si era chiuso qualche giorno addietro il 2014: testa a testa tra Juve e Roma. I giallorossi vincono e i bianconeri in serata inciampano allo Juventus Stadium sull’Inter di Mancini. L’episodio discusso ieri, oggi e domani è l’ormai noto gol-fantasma (che fantasma non è), comunque decisivo perché sarà quello che deciderà poi il risultato finale: 0-1. A referto andrà il grande stacco di testa di Astori (punizione di Totti: strano no...!?) con l’ex cagliaritano che diventa così il tredicesimo giallorosso ad andare in gol quest’anno (quattordicesimo contando la Champions): altro record per la Roma nel campionato in corso.
Si apre così, con la terza gara di fila senza subire reti, un anno che sarà molto delicato per la squadra di Garcia che dopo la bella stagione passata è chiamata a fare il salto di qualità: quindi vincere qualcosa. Nella stagione passata chiuse il girone di andata lo scorso anno a quota 44 punti e se dovesse fare l’en plein nelle prossime due gare sarebbe a 45, un record per il club. Ma è chiaro che i conti si faranno alla fine.
Garcia ci pensa eccome, non a caso ieri ha giocato un po’ al risparmio in vista della stracittadina in programma domenica prossima. Nainggolan, tra i migliori in questa prima parte di stagione, è stato tenuto a riposo (anche perché diffidato), Yanga-Mbiwa non al top risparmiato (e il caso ha voluto che proprio il suo sostituto Astori abbia deciso la partita) e Totti tolto nella seconda parte di gara per far posto a Florenzi (anche lui diffidato). Insomma Garcia al derby ci pensa eccome: e fa bene, perché da qui in avanti la Roma non potrà sbagliare più nulla.
Anche ieri però lo ha fatto e, dopo il vantaggio iniziale, avrebbe più volte potuto chiudere il discorso: prima con Emanuelson, poi con Florenzi capace di sbagliare un gol clamoroso che poteva costar caro ai suoi. Già, perché nei minuti finali, oltre al prevedibile assalto all’arma bianca degli uomini di Stramaccioni (con il veleno tipico degli ex: più giustificabile quello del «laziale» Stankovic cacciato da Guida), la Roma viene graziata dall’arbitro che decide di non fischiare il rigore sull’intervento scomposto di Emanuelson su Kone. Stavolta l’assistente di porta Maresca si guarda bene dal dare il suo parere.
L’ennesimo rischio per una Roma che ha avuto sempre in mano la partita, ha rischiato di non portar via l’intera posta. Un problema sul quale Garcia lavora da tempo ma che non è ancora riuscito a risolvere del tutto: perché nel calcio chi sbaglia paga, sempre. E adesso il derby dove gli errori sono vietati: soprattutto contro una Lazio così in palla.