IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Andrea Stramaccioni, 39 anni venerdì prossimo, dottore in Legge con tesi in diritto commerciale sul tema “Le società sportive quotate in Borsa”, è un uomo di calcio che non regala mezze misure: o lo ami oppure lo odi. Presuntuoso, dicono. Ma la presunzione è un pregio, sottolineano i suo amici; no, è un difetto enorme, ribattono i nemici. È così da sempre, cioè fin dal suo primo giorno sulla panchina di una squadra di calcio. Antipatico? No, amabile; macchè, insopportabile. Malato di calcio, questo sì. E nessuno, anche solo conoscendolo marginalmente, ha dubbi. Un professorino con la puzza sotto il naso, giura chi non lo sopporta; un autentico maestro del pallone, ribattono gli Strama Boys. Lui, il dottor Andrea, sa di dividere; anzi, di spaccare l’opinione generale ma - tutto sommato - se ne sbatte. Allena l’Udinese, ha allenato l’Inter e, essendo coetaneo di Francesco Totti, poco si preoccupa dei pareri altrui. Tira avanti con il petto in fuori e una parola buona per tutti, specie per i giornalisti. Il suo motto? Fare oggi quello che potresti fare domani.
DERBY IN CASA Sveglio è sveglio, Strama. E pure romanista per la pelle. Durante una conferenza all’Inter, maggio 2012, gli venne chiesto: quanti scudetti ha vinto la Juve? Lui, figlio di San Giovanni, rispose senza tentennamenti: «Io so solo che la Roma ne ha vinti tre...». Un maniera molto parac..., intelligente per glissare sullo spinoso argomento e rivendicare la propria fede. Non ha mai indossato la maglia giallorossa, ma la tuta della Roma sì. Alla Roma (a Bruno Conti) deve tutto, e non lo nasconde. Ha sposato Alessia, che è tifosissima della Lazio, e in casa Stramaccioni è derby tutto il giorno tutti i giorni. Ed ha paura che Giulio - il primogenito nato a Udine - istruito dalla mamma possa avere più simpatia per l’aquila che per la lupa. Domani per la terza volta da allenatore professionista affronterà la sua Roma, e non v’è dubbio che - finto o vero che sia - per lui non sarà una partita come tante altre. Conoscendo la sua storia, avrà studiato la sfida del Friuli anche la notte di Natale: sa che l’Udinese non ha valori tecnici pari a quelli della Roma, ma talvolta l’esser cosciente dei propri limiti può rappresentare un vantaggio. Il dubbio, però, è il seguente: Strama pensa di avere limiti? Uhm... Con l’Udinese ha firmato un contratto per due anni: la famiglia Pozzo non gli chiede molto, la valorizzazione dei giovani (meglio se sconosciuti) al primo posto. Per uno che ha vissuto nel tritacarne nerazzurro di Milano, una passeggiata di salute. Ma Strama ama le storie da copertina, non le favole per bambini. Sennò, che presuntuoso sarebbe... Presuntuosolui? No, solo sicuro di sè. Macchè, insopportabile. Aridaje...