GASPORT (A. CATAPANO) - Ah, se Zeman avesse letto Pasolini! «Ciò che fa più soffrire e gioire il romano — scrisse su L’Unità dopo un derby del 1957 — è l’idea dei discorsi che dovrà fare al bar o dal barbiere. Certo! Un “dritto” può forse perdere? E se vince, può forse non fare dell’ironia sui vinti?». Ecco spiegato perché, indipendentemente da cosa mette in palio, vincere il derby per un romano è questione di principio. Per Zeman, invece, è sempre stata «una partita come le altre». Per noi ci sono almeno 40 motivi per non perderla.
1 Perché una sola volta ha messo in palio un trofeo: il 26 maggio 2013, Lulic segnò al 71’ (che ispirò una linea di abbigliamento) e la Lazio alzò la Coppa Italia in faccia alla Roma. Stroncata la carriera di Andreazzoli: oggi mette i cinesini a Trigoria.
2 I romanisti invece hanno infierito su Paolo Negro: il 17 dicembre 2000 intercettò col petto un rinvio di Nesta e spedì la palla nella propria porta. La Roma vinse 1-0 e da allora il 17 dicembre i romanisti festeggiano Sant’Abete, protettore dell’autorete.
3 Vale quasi quanto un autogol il mani con cui Lanna all’88’ regalò rigore e vittoria alla Lazio nel derby del 1996. «Agguanta la palla con la mano Marco Lanna».
4 Perfino Nesta prese una sbandata in un derby. Il 10 marzo 2002 Montella gli fece tre gol sotto al naso nel primo tempo (4 a fine partita, un record), e il laziale all’intervallo disse: «No mas».
5 Per Chinaglia, invece, ogni partita poteva essere un derby: i romanisti lo chiamavano «gobbo». Una sera, al cinema, sferrò due cazzotti a uno che lo aveva apostrofato così. Solo due laziali hanno avuto il coraggio di sfidare la Sud: Chinaglia e…
6 Di Canio: gol e provocazioni, come il saluto romano dopo il 3-1 del 6 gennaio 2005.
7 Anche le esultanze hanno fatto storia, a cominciare dal «Vi ho purgato ancora» di Totti.
8 Poi, il «Vi ho purgato anch’io» che nel 2011 ha esibito Osvaldo, nascosto dopo l’1-2 laziale.
9 Il trenino del laziale Protti sotto la Sud: mai digerito.
10 Perché il derby è politicamente scorretto. I romanisti diedero il benvenuto a Gascoigne con uno striscione cattivissimo: «’Na carrozzella va co’ ‘no straniero». Gazza si vendicò pareggiando un gol di Giannini. Era il 1992.
11 Il 18 aprile 2010 Julio Sergio sussurrò a Floccari sul dischetto: «Te lo paro merda». La Lazio vinceva 1-0, finì 2-1 per la Roma, doppietta di Vucinic.
12 Quel giorno Ranieri, tecnico romanista, fu profeta in patria.
13 Sempre quel giorno, una cosa mai vista prima: Totti e De Rossi sostituiti all’intervallo.
14 Sedici anni prima, il 6 marzo 1994, Totti aveva esordito, procurandosi un rigore…
15 Che Giannini sbagliò, scatenando l’ira di Sensi («Non è degno della Roma»).
16 Indegno, per i romanisti, fu anche Manfredonia. Eppure, con la maglia della Roma, in un derby del 1989 provocò l’espulsione di Amarildo, solito regalare al suo marcatore una Bibbia.
17 Un gol al derby scatena la corsa. Nel 1993 il romanista Piacentini verso la panchina.
18 Nel 1980 Giovannelli sotto la Sud dopo aver segnato a 5’ dalla fine il 2-1 alla Lazio.
19 Nel 2001 Castroman verso la Nord dopo il 2-2 nel recupero.
20 Pochi minuti prima mitraglia romanista di Batistuta.
21 E mani alle orecchie di Delvecchio (9 gol alla Lazio).
22 Nel 1994 Mazzone corricchiò sotto la Sud dopo averne rifilati tre al marziano Zeman.
23 Nella settimana precedente Carletto aveva appeso nello spogliatoio le pagine di un quotidiano che spiegava perché la Lazio avrebbe stravinto.
24 Perché il derby ribalta i pronostici: nel 1984 la Lazietta di D’Amico si ritrovò 2-0 con la Roma di Falcao. Finì 2-2.
25 Un derby si può pure snobbare: «Il mio è con la Juve», disse il Divino Falcao.
26 E si può pure evitare di giocarlo: l’11 marzo 1956 non si disputò per una storica nevicata (cantata anche da Califano).
27 Cordova avrebbe evitato quelli con la Lazio, dopo una vita nella Roma: «Al primo dall’altra parte non capii niente».
28 Anche Cassano nel 2003 andò in confusione, dopo aver realizzato l’1-1 all’89’: nello stacco perse un orecchino da diecimila euro (poi ritrovato).
29 Nella stagione 1997-98 lo scoramento fu di tutti i romanisti: 4 derby persi su 4, e uno striscione laziale mutuato dalla tv: «Siete su Scherzi a parte».
30 Roberto Mancini non scherzava per niente: un gol al volo e un tacco appena accarezzato nel3-3 del 29 novembre ‘98.
31 Il tacco più bello porta lo stesso cognome, ma è del romanista Amantino, nel 2003.
32 A proposito di brasiliani, Dino Da Costa segnò 11 gol alla Lazio dal ‘56 al ‘59: primatista assoluto e incubo del laziale Lovati. «Ma eravamo tanto amici fuori dal campo…».
33 Mentre l’argentino Manfredini, romanista, è stato l’unico a realizzare 6 rigori nello stesso derby, per decidere un ottavo di Coppa Italia nel 1962.
34 Per un altro brasiliano, derby al momento giusto: da Felipe a Felice Anderson, a FA7.
35 Perché il derby è finito anche al cinema: memorabile il Sordi romanista ne Il Marito.
36 Perché sa anche essere comico. «He’s funny»: così Pallotta definì Lotito l’estate scorsa.
37 Che aveva detto il presidente della Lazio? «La Roma gioca a bocce, perché arriva sempre vicino alla vittoria, ma…».
38 Rudi Garcia non ha mai perso un derby. Dopo la vittoria all’andata della scorsa stagione, disse: «Ho rimesso la chiesa al centro del villaggio».
39 Perché l’11 gennaio si è giocato un solo derby, nel 1942: lo vinse la Roma 2-1 e alla fine arrivò il primo scudetto.
40 Perché il 29 giugno 1944, l’incasso di un derby amichevole finì ai familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine.