GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Un anno a Roma, di quelli indimenticabili. Uno scudetto conquistato, da giocatore in prestito. Poi (quasi) tutta la carriera nella squadra che lo aveva mandato nella capitale a fare esperienza. Percorsi inversi ma storia che, scudetto a parte, potrebbe ripetersi, quella di Alessio Romagnoli e Pietro Vierchowod. Il d. g. Baldissoni ieri ha parlato benissimo di Romagnoli (e ogni settimana il d.s. Sabatini viene relazionato sul suo rendimento), perché «è un giocatore di grande prospettiva, ma valorizzare un giovane in un club ambizioso come la Roma è difficile, il prestito gli darà quell’esperienza grazie alla quale il prossimo anno potrà tornare più utile». Vierchowod conferma: «Romagnoli è molto bravo ed è in una piazza ideale per crescere. La Roma ha fatto bene a mandarlo in prestito: la scuola italiana dei difensori, che era il nostro fiore all'occhiello, è in crisi e quando un ragazzo ha la possibilità di giocare titolare, per di più con un ex difensore come allenatore che può aiutarlo, deve farlo».
IL FUTURO A giugno la Roma, dopo averlo visto fermare gli attaccanti della Juventus, lo riporterà alla base. «E lui avrà alle spalle un'esperienza unica, come è stato per me nel 1983 — dice Vierchowod —. È andato via ragazzino, tornerà uomo, anche se ha 20 anni. E tornerà marcatore, visto che solo giocando sempre si imparano i segreti del mestiere. Lui lo sta facendo, magari lo facessero altri. Se così fosse, forse, i grandi club italiani non dovrebbero cercare difensori all'estero». Secondo lo Zar, nei prossimi anni «da noi rischia di esserci ancora più crisi di difensori. Marcatori puri, gente che sa difendere, che non fa girare gli attaccanti. Per questo, con giovani come Romagnoli, bisogna fare proprio così: si fanno giocare fuori e poi si riportano a casa, da titolari»