IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - «Pensiamo all'Europa League, allo scudetto e al sistema per tornare in Champions al più presto». Rudi Garcia guarda oltre. Si accontenta, un po' meno la società che perde così 15 milioni, che gli ottavi di finale avrebbero garantito. La Champions non fa per Rudi, questo dicono i fatti ad oggi: lui, sempre eliminato alla prima fase, anche con il Lille. Una specie di maledizione oppure il tecnico francese deve ancora trovare le misure per questo tipo di competizione? La Roma abbandona la Champions, ma del resto tutti, compreso il tecnico, hanno sempre pensato che “superare il turno” sarebbe stata un'impresa. Una pura questione di esperienza, che a questi livelli conta e non è solo un fatto tecnico. «In queste partite fa la differenza chi ha già giocato un bel numero di sfide a questi livelli. Impariamo, significa che dobbiamo migliorare in alcuni punti e anche la rosa perché al momento questo avversario non è al nostro livello, anche vedendo il fatturato dei due club non c’è una differenza normale». Eppure la Roma del primo quarto d'ora se l'è giocata alla pari, sfiorando anche il gol. Poco, forse. «Potevamo segnare con Holebas. In certe occasioni, si sa, una rete dipende da un palo che fa entrare o uscire un pallone. Il City è una squadra forte: se non c’è Aguero c’è Dzeko, se non c’è Silva c’è Nasri. Abbiamo provato a fare il nostro gioco, purtroppo è mancato un po’ di sostegno alle punte». Non solo: il Manchester è sembrato correre molto più della Roma. «Siamo andati in difficoltà nel gioco spalle alla porta. I loro centrocampisti facevano un pressing molto offensivo. Non siamo stati troppo attenti in occasione del gol, ma anche nel primo tempo: non possiamo lasciar calciare giocatori così. Rimpianti? No, nessuno: era una finale e sapevamo che il City è una squadra forte, ma era una partita equilibrata, per qualificarsi serve anche un po’ di fortuna e stavolta ha scelto loro, penso che il primo quarto d’ora potevamo segnare per aprire di più questa partita. Vorrà dire che l'Europa League ci aiuterà a fare maggiore esperienza internazionale. Ma dobbiamo lavorare molto per tornare in Champions».
IL CONTRACCOLPO MENTALE Il gol di Nasri ha chiuso i giochi, proprio quando la Roma, con lo 0-0, aveva la garanzia di passare il turno. «Poi, sapendo che il Bayern stava vincendo contro il Cska, per noi sarebbe stato tutto complicato: fare due reti al City non è semplice. Di sicuro potevamo fare meglio dopo aver subito il primo gol». Perché la scelta di non far giocare De Rossi? «Ha avuto una settimana complicata anche con questa espulsione, era meglio lasciarlo riposare. Era previsto di farlo entrare per mantenere il risultato ma poi abbiamo subito il gol, quindi abbiamo fatto entrare giocatori offensivi». Ma il giorno prima non aveva detto che le questioni extra campo non influivano sulle sue scelte? Andiamo oltre: perché ha tolto Ljajic? «Adem ha disputato un'ottima partita, ma pure lui stava perdendo di efficacia: sull'uno a zero per il City, ho avuto bisogno di usare tutte le forze offensive che avevao in panchina».
IL FUTURO Garcia comunque è fiducioso per la Roma che sarà. «Siamo una società che sta costruendo qualcosa, abbiamo cominciato diciotto mesi fa. Se vogliamo tornare in Champions sappiamo cosa fare: fare una grande partita a partire da domenica e pensare al campionato. Affronteremo al massimo anche l’Europa League che è una competizione di grande livello e cercheremo di arrivare più avanti possibile».