REPUBBLICA.IT (M. MONTI) - "Bienvenue a' Rome". Nella sfida di sabato sera tra la Roma e il Milan, i giallorossi ritroveranno due vecchie conoscenze di Trigoria, Mexes e Menez. I due sono cambiati, cresciuti, rispetto alle loro esperienze nella capitale. Rudi Garcia, da poco eletto miglior allenatore proprio in terra francese, sarà chiamato all'arduo compito di trovare le contromisure adatte per arginare la pericolosità offensiva dell'attaccante ex Psg.
I numeri confermano quello che Jeremy Menez dichiarò a luglio, fresco di firma in rossonero: "A Roma sono stato bene, forse avrei potuto dare di più. Ma quando si è giovani si fanno degli errori, poi con il tempo si migliora, si cambia". Detto, fatto. E' diventato l'arma principe del Milan di Inzaghi, che lo ha valorizzato nel ruolo di prima punta atipica che lui ha perfettamente interpretato con 8 gol e 3 assist in sole 15 presenze. Score certamente migliore, in proiezione, di quello che il "principino" era riuscito a far registrare nell'arco delle tre stagioni nella capitale anche sotto la guida dell'ex tecnico Ranieri che, in Francia, a differenza del giudizio su Rudi Garcia - eletto da qualche giorno miglior allenatore transalpino - non ricordano certo con nostalgia se non per alcune sue uscite in francese maccheronico ("Je suis Catherine Deneuve"). Il Menez rossonero è un fuoriclasse ritrovato: a Roma 114 presenze, 12 gol (solo 4 in più rispetto a quelli realizzati in queste prime 15 giornate del campionato), 22 assist e 22 cartellini gialli. E' proprio sulle ammonizioni che i tifosi giallorossi vivono i rimpianti maggiori, viste le tante sanzioni per simulazione a cui era soggetto da calciatore giallorosso. Nessun giallo da quando è al Milan, sintomo che la maturità di cui parlava il francese - passata per l'esperienza al PSG - è veramente arrivata.
Se Menez non vede "l'ora di tornare a Roma per incontrare con piacere Totti e De Rossi" - come ha dichiarato al termine del match contro il Napoli - anche Mexes ha lasciato di certo non pochi amici a Trigoria. I sette anni in giallorosso (267 presenze dal 2004 al 2011, con 16 gol e 8 assist) gli hanno permesso di entrare nell'elitaria cerchia degli ex benvoluti dalla tifoseria, nonostante alcuni "diverbi" in campo proprio con il suo amico Totti, uno dei calciatori con cui ha condiviso, in campo e fuori, gli anni più importanti della sua carriera: "Roma è nel mio cuore, anche se ormai fa parte del passato. Vogliamo andare all'Olimpico con la stessa voglia messa in campo contro il Napoli e prendere più punti possibili". "Bonne chance", direbbe Garcia.