GASPORT (M.CECCHINI) - Sorpresa: niente voci d’angelo sopra il presepe giallorosso. Per la Roma, infatti, la partita finisce con i cori di scherno dei tifosi rossoneri che cantano: «Vincerete il tricolor». In effetti sotto l’Albero di Natale i giallorossi trovano pacchi pieni di rimpianti. Certo, la mano di De Jong aleggia sul match come il bastone di Gandalf sulla Compagnia dell’Anello però — se tre indizi fanno una prova — occorrerà forse che Rudi Garcia ripassi in fretta Agatha Christie e le sue deduzioni implacabili.
OLIMPICO & GOL Nel mese di dicembre, infatti, i giallorossi all’Olimpico hanno avuto tre occasioni per dare una svolta alla loro stagione e ogni volta hanno fallito. Col Sassuolo c’era l’occasione di accorciare le distanze con la Juve e invece il (faticoso) 22 annegò la chance; col Manchester City c’era la possibilità di coronare un sogno chiamato ottavi di Champions League e invece Nasri e Zabaleta confermarono le gerarchie del sorteggio di settembre; infine stavolta col Milan c’era la chance per fare di nuovo sentire il fiato sul collo ai bianconeri ed invece ancora una volta sulla lingua è rimasto un punto con un retrogusto amaro. Domanda: sono tre indizi che certificano la (momentanea) immaturità della Roma? Ovviamente, se sia vero e — soprattutto — se ci sia un colpevole, nessuno lo rivela, però un’altra spia su un inverno poco brillante lo racconta anche un altro dato: se si eccettua la partita col City, era dal maggio scorso che la squadra di Garcia non finiva una partita casalinga senza segnare almeno una rete. E in quell’ultima occasione l’avversaria non era una qualsiasi, bensì proprio la Juve (01).
MAICON & TOTTI Un ingrediente che in questo momento manca alla zuppa romanista, comunque, lo rivela Maicon, un ex interista che in passato al Milan aveva saputo fare parecchio male. «L’episodio di De Jong è stato importante, ma io lavoro per la mia squadra e non parlo mai dell’arbitro — spiega —. Dico però che, pur facendo bene, dobbiamo essere più cattivi». Logico che il d.g. Baldissoni faccia bene a certificare la straordinarietà della stagione («Peccato per la svista dell’arbitro addizionale, ma gli episodi fanno parte del gioco: speriamo di agganciare la Juve prima dello scontro diretto»), però la ragione non placa la fame. Per questo capitan Totti agli amici dice: «State tranquilli, la Roma non mollerà fino alla fine». A pensarci bene, forse sono gli auguri più belli che qualsiasi romanista vorrebbe ascoltare.