Totti allenatore? Brivido giallorosso, Roma si divide

19/11/2014 alle 09:07.
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GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Lui, cioè , dice che fare l’allenatore, in futuro, non è poi un’ipotesi così remota. Gli al­tri, cioè tifosi e addetti ai lavo­ri si dividono tra la malinconia («Ma davvero un giorno smet­terà di giocare?») e lo stupore. Perché un in panchina, magari in giacca e cravatta che dà indicazioni ai limiti del­l’area tecnica o in panchina in tuta, tipo Zdenek Zeman, con lo sguardo assorto nel vuoto, non se lo immagina quasi nes­suno.

RISCHIO - D’altronde, come ha detto Giacomo Losi, «non è detto che un grande calciatore diventi un grande allenatore» e allora in molti si chiedono se valga davvero la pena rischia­re. «Ma ve lo immaginate – si chiedeva Massimo in una ra­dio criticato perché la squadra non corre, perché perde 3 partite di fila o perché, peggio ancora, perde un der­by? Ma chi glielo fa fare...». Già, chi glielo fa fare? «Forse –spiega Paolo su ha talmente tanto amore per il calcio e per la Roma che piut­tosto che lasciarla preferisce comandarla e guidarla in un altro modo». In panchina e non dietro una scrivania. Sem­bra quasi impossibile, visto il suo carattere: «Bonaccione co­m’è, se lo magnano in mezzora», il pensiero di Alessia T.Rincara la dose Marco C.: «Fa­rebbe giocare tutta la rosa per non fare un torto a nessu­no, meglio vice presi­dente», mentre Alessio M. dice che sarebbe «troppo tifoso. Si avve­lenerebbe il sangue ancora di più» e, ­zione di Giada V., «sarebbe sempre deferito o ­to».

LE ECCEZIONIIl no, tra social network e radio, è quasi una­nime: in pochissimi credono all’idea di allenatore, an­cora meno sperano che acca­da. «Già è stato difficile con Conti e Voeller – ricorda FlaviaP. –, non vedo perché ripetere l’esperienza». Le voci fuori dal coro sono quelle di Fabio S.« può farequalsiasi cosa» e Valerio D.:«Ma lui può ricalcare le orme di Guardiola, due grandissimi esperti di calcio che mettono il loro valore al servizio di altri».

SI’ AI BAMBINI - Magari, per molti, potrebbe mettere il suo talento al servizio dei bambini: se c’è una cosa in cui quasi tutti i romanisti concor­dano è l’importanza dei mes­saggi che il capitano gialloros­so potrebbe trasmettere ai più piccoli. «Il calcio come diverti­mento – dice Gabriele F. – sa­rebbe la cosa più bella che po­trebbe insegnare». Per Ubaldo Righetti, un ex calciatore che non ha scelto la via della panchina dopo il calcio giocato, «Francesco ha sempre detto che ama i bambini e io lo vor­rei alla Roma nella sua com­pletezza, come semplice tecni­co sarei perplesso», mentre per Emidio Oddi «potrebbe farlo tranquillamente, anche se ci vuole un po’ di cattive­ria». Per pensarci c’è ancora tempo: sicuri un paio d’anni, forse anche tre. Anche se, co­me dice Luigi G., «ha ragione lo scrittore: è un’eter­na promessa». In realtà è stato lo stesso France­sco, e non Arbasino, a definirsi così, ma quel che conta, in fondo, è il concetto.