GASPORT (A. PUGLIESE) - Ma che cosa è esattamente un cavernoma? Ce lo spiega il professor Maurizio Fornari, neurochirurgo all’Istituto Humanitas di Milano. «È una malformazione vascolare congenita, una piccola matassa di vasi che in questo caso hanno una bassa pressione arteriosa al loro interno e che possono dare origine a micro-emorragie o disturbi di tipo circolatorio». Difficile, invece, che possa portare ad una emorragia diffusa. «Proprio in virtù di quella bassa pressione arteriosa, c’è una scarsa probabilità che accada — continua Fornari —. Ma mentre con una persona normale si potrebbe avere un comportamento di attesa, nel caso di sportivi i continui sforzi fisici e l’aumento del battito cardiaco rappresentano comunque un rischio per la salute».
IL RECUPERO Castan ha scelto l’intervento per questo e perché, altrimenti, non avrebbe avuto l’okay dei medici per giocare. «Questa problematica non può avere altro trattamento dell’asportazione chirurgica, la radiochirurgia non è in grado di curarla. L’intervento è delicato, anche in virtù della sede della malformazione. Ma dopo si può tranquillamente prospettare una completa guarigione ed un ritorno all’attività agonistica. In quanto tempo? Nel giro di qualche mese». Perché poi il cavernoma si sia formato solo ora, Fornari ce lo chiarisce così: «Uno nasce che ha già nella testa questa cosa. Poi c’è un decorso normale, in genere queste malformazioni fanno trasudare globuli rossi ed emosiderina che sono sostanze irritanti per il cervello circostante. Questi microtravasi di sangue a lungo periodo generano problemi. Posso assicurare, però, che questo intervento chirurgico non gli impedirà neanche di colpire la palla di testa. Quanto ai rischi di deambulazione, direi proprio di no: non ce ne sono».