Lo striscione dell'odio

02/11/2014 alle 09:53.
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IL MESSAGGERO (N. CIRILLO) - Sciarpe azzurre a scelta: romano bastardo, romano infame, odio la Capitale… Cinque euro l’una, adesso, all’ora di pranzo, fra un panzerotto e una birra, uno slogan e un caffè borghetti, in attesa che passi di qui, e proprio di qui, davanti al varco carraio che fa anche da ingresso alla curva B, il pullman del nemico. Non passerà mai, lo aspetteranno invano queste centinaia, migliaia di tifosi che ce l’hanno con Roma e con la Roma, neppure sfiorati dall’idea che non si onora così la memoria di Ciro Esposito. Le uova (solo uova?) che avevano messo da parte per e per finiscono così nei cassonetti. Tutti dentro lo stadio, per l’ottantesima sfida della storia fra e Roma, ma soltanto la prima dopo l’omicidio di quel povero ragazzo, il 3 maggio, dalle parti di Tor di Quinto. E’ da mesi che si aspetta questo fischio d’inizio, che si carica quest’appuntamento di simboli, fino ad averla trasformata in una partita assurda.Nè abbracci, nè lacrime –  Il primo colpo d’occhio è agghiacciante: interi settori vuoti perché da Roma non è arrivato nessuno, perché sarebbe stato impossibile evitare scontri, perché a questo si è ridotto il calcio in Italia. Poi la sorpresa: siamo a , eppure nessuna concessione alla teatralità. Né abbracci né lacrime, ne baci, in questo triste pomeriggio. Sugli spalti non c’è la madre di Ciro, Antonella («Sono rimasta a casa con la mia nipotina»), e non c’é nessun solenne incontro fra e Higuain, di cui pure s’era favoleggiato nei giorni della vigilia. Faranno fatica a zoomarla, i fotografi – confusa tra gli ultrà della curva B – perfino la fidanzata di Ciro, Simona Rainone, che invece l’aveva promesso, allo stadio sarebbe comunque andata. Faranno ancora più fatica a fissare gli obbiettivi sul cartello: «Non sono al tuo posto, sono al tuo fianco. Simy». Una regìa evidentemente accurata evita ogni altro riferimento alla tragedia, prima del fischio d’inizio solo un grande cartellone bianco: «Tutti in campo contro il diabete».Surreale.

Il messaggio –  All’inizio della ripresa, puntuale, arriva la sciagurato messaggio, il messaggio che questa partita evidentemente doveva riservare, il solito striscione mordi e fuggi, che appare e scompare, come a centinaia ne abbiamo visto un po’ in tutti gli stadi italiani. E parla chiaro, come e più di quelle sciarpe azzurre sulle bancarelle: «Ogni parola è vana. Se occasione ci sarà non avremo pietà». La Curva B, la curva delle frange violente, aveva voluto dire la sua. Un testo così inquietante che in serata il di Guido Marino s’è affrettato a promettere: «Individueremo gli autori».

Non è bastato a tranquilizzare gli esperti di ordine pubblico neppure il resoconto di una telefonata che il della Roma Mauro ha fatto alla mamma di Ciro, Antonella. Le ha espresso parole di conforto e soprattutto confermato che lui e sono ben pronti a incontrarla. Ma le frange violente non si accontentano. L’ultima girava ieri: dietro quest’odio che non svanisce ci sarebbe la mancata partecipazione di rappresentanti della Roma ai funerali di Ciro. E’ una storia che s’accavalla all’altra, un veleno che si alimenta da solo. E’ vero, è finita senza nessun incidente, giusto un paio di ragazzetti bloccati alla stazione Campi Flegrei della metropolitana. Ma si può dire che è finita bene?