GASPORT (A. CATAPANO) - Verrà il tempo per la Roma di sfidare apertamente Infront e l’intreccio di relazioni e ricavi con cui (vedi intervista con Marco Bogarelli sulla Gazzetta di due giorni fa) domina la scena del calcio italiano. Oggi, diciamolo onestamente, significherebbe andare al suicidio. Perciò, pur restando all’opposizione, anche alla Roma per il momento conviene ripararsi sotto l’ombrello (sicuro e remunerativo) della società di Bogarelli. «Anche se – precisa Guido Fienga, head of strategy & media del club giallorosso – restiamo convinti che una Lega forte e ben organizzata sarebbe assolutamente in grado di gestire da sola la partita dei diritti tv». A patto di cambiarne il governo, si potrebbe aggiungere.
Chi fa da sé Quindi, meglio lottare dentro il Sistema per trovare nuove fonti di ricavi: è la strategia usata nella partita dei diritti tv internazionali (cresciuti del 58% pure grazie alle pressioni arrivate da Trigoria), la stessa che oggi suggerisce alla Roma di diventare una media company e sfruttare tutto quello su cui Infront non ha ancora messo le mani. «Siamo l’unico club calcistico in Italia – spiega Fienga agli sponsor appositamente convocati – in grado di produrre da solo ogni tipo di contenuto per ogni tipo di piattaforma: tv, radio e social network». I possibili investitori assistono alla presentazione dei palinsesti, curiosano negli studi del media center, costruito in pochi mesi («E con un investimento di un milione e mezzo di euro in un anno») proprio ad un passo dagli spogliatoi dei calciatori, ascoltano i numeri che questo centro è già in grado di produrre: 68.000 clienti attivi per Roma tv, 95.000 download della app di Roma Radio (ormai la prima emittente privata sportiva del Lazio) in due mesi e mezzo, circa 5 milioni di fan sulle varie piattaforme social.
Problemi stadio «In questa fase al mercato domestico cerchiamo di dare non solo informazioni, ma emozioni e partecipazione. All’estero i nostri competitor in questo settore sono Manchester United e Bayern. L’obiettivo a lungo termine è creare una nuova linea di ricavi», chiude Fienga. Intanto in Consiglio comunale slitta la discussione sul nuovo stadio di Tor di Valle. Fra canoni e dossier, le polemiche non si placano.