IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Garcia non è stato presuntuoso contro di noi. Se la Roma è da due anni al vertice del vostro campionato lo deve proprio all'atteggiamento coraggioso del suo tecnico. Se la Roma si fosse difesa e basta, magari il Bayern avrebbe vinto lo stesso...». Chi è prudente, storicamente gli ha reso la vita difficile. Pep Guardiola sembra sincero quando difende il francese e se la prende, sorridendo e scherzando, con i «soliti italiani». Usa parole e numeri, ricordando ogni occasione pericolosa. Fa i nomi di Gervinho, Florenzi e Pjanic, fermati da Neuer. Ma ricorda pure il valore dei singoli in tutti i reparti: «La qualità degli attaccanti e dei centrocampisti, l'aggressività dei due centrali difensivi».
Insomma, oltre a consigliare Garcia di non snaturare la sua Roma, chiarisce: «Qui sarà più dura perché avremo contro gente orgogliosa e cattiva per una questione di onore e di amore per il proprio mestiere e per la propria gente. Ma noi vogliamo festeggiare la qualificazione in anticipo con i nostri tifosi». Ritrova Keita, il suo metronomo nei 4 anni trionfali al Barça. Il centrocampista della Roma, assente il 21 ottobre, non dimentica. «Insieme abbiamo vinto tanto, ma non vorrei palare troppo di lui: ora è un avversario... Gli devo comunque tantissimo: è uno dei migliori di sempre. Vedrete che sarà una partita diversa da quella dell’Olimpico. Dura, ma nel calcio tutto è possibile».