IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il primato del gruppo H si conquista stasera sul pantano del Meazza. Nella notte di Milano, allagata e in tilt per la pioggia che da ore sembra non fermarsi più, lo scontro diretto tra l’Italia e la Croazia è già il match della verità verso Euro 2016. Pure se, dopo solo 4 partite, il verdetto sarà comunque parziale, la Nazionale di Conte proverà a mettersi al sicuro, staccando la rivale più pericolosa. Fin qui il gruppo di Kovac è stato convincente sia nei numeri (nessun gol subìto e differenza reti più 9, mentre gli azzurri sono a più 4) che nelle prestazioni. E in assoluto si presenta più attrezzato, potendo contare sugli interpreti migliori. Al contrario il nostro ct è messo male per le assenze in difesa e a centrocampo.
PRECEDENTI SFAVOREVOLI - L’unico successo dell’Italia, in amichevole a Genova, è lontanissimo: 4 a 0, nel ’42. Negli altri sei incontri, 3 vittorie della Croazia e 3 pareggi (mai nel nostro paese). L’ultimo incrocio a Poznan, il 14 giugno del 2012, nella prima fase dell’Europeo in Polonia e Ucraina. Madzukic replicò a Pirlo. Il centravanti dell’Atletico Madrid sarà in campo anche stasera, il regista della Juve, indisponibile, non è stato invece nemmeno convocato. La presenza del primo e il forfait dell’altro sintetizzano il momento delle due nazionali a punteggio pieno.
RECORD NEL MIRINO – Conte arriva con 4 vittorie in 4 partite. Ha iniziato battendo l’Olanda in amichevole e ha continuato con il tris nelle qualificazioni europee, con due viaggi riusciti a Oslo, contro la Norvegia, e a Ta’ Qali, contro Malta, e in mezzo il successo casalingo striminzito di Palermo contro l’Azerbaigian. Se dovesse battere la Croazia, allungando la serie positiva, eguaglierebbe due ct del passato, Fabbri e Vicini, capaci della cinquina nelle prime 5 gare delle rispettive avventure sulla panchina azzurra.
MOMENTO CRITICO – La Croazia, insomma, è il primo vero test per l’Italia di Conte. Che, leggendo i titolari che Kovac schiera nel suo 4-2-3-1, non è sicuramente favorita. Da Modric a Rakitic, arrivando ovviamente a Mandzukic, il talento (e non solo) ce l’hanno in partenza gli altri. Non fa niente che San Siro è lo stadio in cui di solito si gonfiano le vele azzurre (nessun ko in 52 incontri, previsti 63.000 spettatori). Il ct si gioca la gara più complicata con gli uomini contati. In difesa non avrà nè Bonucci, squalificato, nè Ogbonna, sostituto ideale del titolare. Il secondo è uscito definitivamente di scena ieri mattina per la sofferenza muscolare al bicipite femorale. Ranoocchia, escluso nell’ultima partita contro Malta, farà il centrale, con Darmian che giocherà la seconda gara di fila da marcatore dopo quella di Ta’ Qali. Reparto, dunque, inedito e soprattutto provato solo in un paio di allenamenti (compresa, però, l’amichevole contro l’Under 18). Dietro avrebbe trovato spazio De Rossi se Pirlo fosse stato tra i convocati e se Verratti non fosse tornato in anticipo a Parigi. Senza Florenzi, Candreva riprova da intermedio, ruolo che non gli fece iniziare con il piede giusto la carriera. Le defezioni, anche quelle in extremis, non agevolano il compito di Conte. Anche perché la Nazionale ha offerto esibizioni modeste a ottobre contro l’Azerbaigian e Malta.
SOLO DUE SENATORI – Buffon e De Rossi sono gli unici due reduci del mondiale vinto in Germania nel 2006. Il capitano accoglie stasera il romanista della Roma nella ristretta lista dei centenari (il primo è il portiere, il sesto è proprio il centrocampista). Attorno a loro, insieme con i vicecampioni d’Europa Chiellini e Marchisio, gente umile e affamata. Il ct, in meno di una settimana, ha perso Balotelli che era appena tornato. Ma a Zaza e Immobile, 1 gol a testa in azzurro, tiene di sicuro di più.