IL TEMPO (A. AUSTINI) - Come si dice «piagnone» in inglese? Mentre gli juventini consultano il vocabolario, i romanisti scoprono un’inedita versione di Ashley Cole. E, forse per la prima volta da quando è arrivato, gli riservano un applauso collettivo.
«La Roma può sicuramente vincere lo scudetto - le parole del terzino a i "Signori del Calcio" su Sky - abbiamo giocatori di talento, in più nello spogliatoio ci sono la mentalità e la voglia giusta. Siamo sicuri che se non troviamo persone che regalano rigori per falli commessi fuori area, possiamo vincere il campionato. Siamo molto fiduciosi». Ogni riferimento all’arbitraggio di Juventus-Roma è puramente voluto.
Chi l’avrebbe mai detto che l’uomo arrivato dalla civile Inghilterra, la patria del fair play dove (dicono) la moviola è un mostro sconosciuto e al fischio finale delle partite vanno tutti a casa felici e contenti, avrebbe riacceso a distanze le polemiche sugli errori di Rocchi? Evidentemente nella sua lunga carriera ne ha viste tante, ma perdere con tre gol irregolari non gli era ancora capitato.
In fondo, la sua battuta non si discosta molto dalle accuse lanciate prima da Totti e poi da De Sanctis. «Finché ci sono loro arriveremo sempre secondi» aveva detto sconsolato il capitano al termine della gara di Torino. Perché a Trigoria, almeno i calciatori, sono convinti che i giochi non siano del tutto regolari. Il fatto che lo dica anche Cole rafforza il concetto e aumenta le difficoltà di Garcia nel mantenere intatta la fiducia del gruppo. E non farà piacere a Pallotta, impegnato a trasmettere la cultura americana dello «show must go on» anche se qualcuno prova a rovinarlo.
La partita di Torino totalmente falsata è, classifica alla mano, l’unica differenza finora tra il rendimento di Juventus e Roma. La sfida a distanza riprenderà dopo la sosta con un ciclo di partite che dirà molto sulle rispettive ambizioni in campionato e in Champions. Cole continuerà a spartirsi la fascia sinistra con Holebas, aspettando che uno dei due prenda il sopravvento.
C’è tempo fino a gennaio, altrimenti dal mercato potrebbe spuntare l’ennesimo terzino: Sabatini eviterebbe volentieri la spesa, visto che il budget a disposizione per la finestra di «riparazione» è ristretto. Cole ha ricevuto un paio di offerte dalla Mls ed è tutta verificare la sua voglia di cambiare di nuovo casa nel giro di pochi mesi. Tra l’altro, si era espresso in modo piuttosto netto sull’argomento già in estate, dopo aver respinto le proposte a stelle e strisce: «Non avevo voglia di starmene in spiaggia, voglio giocare seriamente - spiegò - prima che firmassi per la Roma, la gente quasi mi voleva ammazzare all'idea che invece scegliessi di giocare in America. Ho deciso invece di venire in un ambiente più esigente e competitivo».
Difficile che abbia cambiato idea in questi pochi mesi. Nonostante l’inserimento in campo non sia ancora dei migliori e l’alternanza con Holebas lo disturbi un po’ («se giocassi più spesso imparerei prima» ha detto scherzando a Garcia nel pre-partita di Manchester), a Trigoria per lui sta filando tutto liscio. I compagni lo rispettano e apprezzano la sua innata simpatia, se chiedete a un inserviente qualsiasi chi sia il calciatore più educato, tutti rispondono «Cole».
In Inghilterra rimane una star, con due milioni e mezzo di follower su Twitter che sono quattro volte tanti quelli del profilo ufficiale della Roma, in Italia per ora è una meteora. Ma c’è tempo per far cambiare idea a tutti. Tanto le spiagge dell’America non scappano.