GAZZETTA (F. GRIMALDI) - Genova, provincia di Tirana. Oltre undicimila biglietti acquistati dai tifosi albanesi, provenienti da tutta Italia, più del doppio di quelli in possesso (sinora) dei genovesi. La vigilia di Italia-Albania (17 mila tagliandi venduti alle 18 di ieri) starebbe tutta qui. L’intento della Federcalcio è nobile, figuriamoci: dare una mano agli alluvionati genovesi. Il risultato, purtroppo, sino ad ora non altrettanto.
ARIA PESANTE «Non c’è il clima ideale»: senza troppi giri di parole, il presidente genoano Preziosi (oggi padrone di casa a Pegli nell’ultimo allenamento pre-gara della Nazionale di Conte) illustra l’atmosfera che si respira sotto la Lanterna, in una vigilia che non può essere la stessa antecedente al dramma-bis di sabato scorso. Due alluvioni in trentasette giorni, un territorio martoriato, centinaia di frane e senzatetto, un’emergenza che continua da giorni, con l’ultima allerta-2 rientrata solo ieri a mezzanotte. Neppure l’annuncio di una Nazionale rossoblucerchiata è riuscito sinora a scaldare gli animi. La speranza è in un’inversione di rotta all’ultimo minuto.
OCCHI APERTI Il prato è stato rizollato in toto prima di Samp-Milan, quindi ha sostenuto venerdì scorso lo sforzo dell’Italrugby (con danni comunque contenuti). Grazie a un intervento-tampone successivo che si concluderà oggi, nonostante qualche eccessivo allarmismo, sarà a posto per la partita. Una sfida giudicata non proprio «a rischio» dalle forze dell’ordine, anche se i timori (soprattutto per il numero dei sostenitori ospiti) ci sono, eccome. Di qui la decisione di utilizzare complessivamente circa quattrocento uomini, grazie anche a rinforzi dai reparti della Mobile di varie parti d’Italia. Con quella domanda che molti genovesi continuano a porsi: ma era proprio necessario giocare?