IL TEMPO (D. PALIZZOTTO) - Il Coni taglia, il calcio urla. E minaccia addirittura l'uscita dal Comitato olimpico nazionale, perché «qui - ha spiegato il presidente della Figc Carlo Tavecchio - siamo soli contro tutti e queste decisioni ci umiliano». La giornata decisiva per la ratifica della nuova spartizione dei contributi elargiti dal Coni alle federazioni sportive non ha prodotto sorprese: nel 2015 il calcio riceverà 37.5 milioni, che diventeranno 42 e magari addirittura 47 se il Coni metterà mano al tesoretto a sua disposizione per sedare gli animi del mondo del pallone. Ma i 62 milioni incassati quest'anno resteranno un lontano ricordo, con conseguenze negative per dilettanti e settore arbitrale.
Per la verità, per la Federcalcio - finora destinataria del 41 per cento dei fondi (oltre 150 milioni quest'anno, poco meno di 140 nel 2015) - i numeri sarebbero stati ben peggiori se il Coni avesse seguito alla lettera i nuovi parametri decisi dalla Commissione Buonfiglio, con il 72 per cento dei contributi da destinare alla preparazione olimpica e dunque tenendo particolarmente in conto le medaglie vinte e i risultati ottenuti. Una simile proiezione avrebbe attribuito al calcio meno di 10 milioni, rivoluzione inaccettabile per la Figc. E allora Malagò ha usato «il buon senso» e posto dei paletti, permettendo al pallone di perdere «solo» 25 milioni (da 62.5 a 37.5), che diventeranno 20 (il Coni può rinunciare ai 2.5 milioni di credito nei confronti della Figc, gli altri 2.5 milioni saranno recuperati attraverso i soldi della mutualità) o addirittura 15.
Proprio su questi numeri - mentre atletica, nuoto, tennis, basket e volley festeggiano aumenti vicini o superiori al 20 per cento - si gioca la prossima partita tra Coni e Figc. «Malagò mi ha assicurato che ci sarà una rivisitazione delle ipotesi di accreditamento - ha rivelato Tavecchio dopo aver invocato, senza fortuna, un differimento dei termini della nuova spartizione - apriremo una trattativa, poi ne porterò i risultati in Consiglio federale (il 14 novembre, ndr) e il calcio deciderà cosa fare. Uscire dal Comitato Olimpico? Noi vorremmo restare, ma qui abbiamo tutti contro. E allora forse è giusto entrare in concorrenza con il Coni e chiedere al governo una percentuale degli introiti sulle scommesse, perché il calcio è il miglior contribuente. Ma è un'ipotesi succedanea».
Tavecchio aspetta prima segnali positivi, ma Malagò sembra irremovibile. «Il provvedimento non arriva dall'oggi al domani - ha osservato il presidente del Coni - Abbiamo chiuso il discorso per il 2015, poi potremo valutare ragionamenti sensati per il futuro. I soldi delle scommesse? Se il calcio riesce a ottenere qualcosa in più sono felice, ma non è così semplice. Figc fuori dal Coni? Non credo proprio». Ma il calcio è davvero infuriato.