GASPORT (D. STOPPINI) - Ho 18 anni, tifo Roma e vorrei raccontarvi una spiacevole situazione vissuta da molti altri come me. Il tutto ha inizio il giorno del sorteggio dei gironi di Champions League, quando ho deciso con alcuni amici di seguire la squadra a Monaco. Prenotati volo e alloggio, aspettavamo indicazioni sulle modalità di vendita dei tagliandi. Ci accorgiamo di essere in seconda fascia, quella per i possessori degli abbonamenti Serie A e Champions. Prima di noi il diritto di prelazione spetta a chi è stato a Manchester. Scopriamo che i biglietti delle gare europee non sono nominali, quindi cedibili. Mi accorgo, perciò, che quei 1600 tagliandi andranno tutti esauriti. Per essere sicuri di farcela, decidiamo di passare la notte davanti all'unico Roma Store autorizzato.
LA SORPRESA - Quando arriviamo sul posto sono le 22 del 6 ottobre. La situazione si presenta diversa da come ce l’aspettavamo: nessuno è in fila e sul cancello del negozio sono affissi vari fogli a comporre una graduatoria. Si parte da un buon numero, circa 200, destinati alla curva Sud, gli unici sistemati in una griglia Excel — il che lascia presumere una certa premeditazione —, mentre il resto dei nominativi sono scritti a mano. Qualcosa non torna. Chiedo spiegazioni ai tifosi più prossimi al cancello: «Qui ci sono i nomi di quelli che domani devono prendere i biglietti», mi rispondono. Stupito, gli espongo le mie intenzioni: «E se volessi fare la notte qui e mettermi in fila?». La replica non si fa attendere: «Puoi andartene a casa. Se vuoi scrivi il nome, ma tanto è inutile: ognuno degli 800 prima di te prenderà due biglietti, poi saranno finiti». Una situazione paradossale, soprattutto se associata alla Roma, club al passo coi tempi. Ma stanotte va così, «la lista è qui da stamattina — mi spiegano —, apposta per essere firmata». Torno a casa sconsolato, deciso a ripresentarmi la mattina, quando secondo un’altra «tavola delle legge» ci sarà l’appello.
L’EPILOGO - Lo scenario è cambiato, ora ci sono più di 500 persone, e i nomi su quei fogli hanno un volto. Qualcuno freme: «Per prenotare volo ed albergo ho fatto dei sacrifici. Per fortuna mi hanno dato una soffiata!». Dopo un’esperienza simile, la domanda sorge spontanea: perché non eliminare file e intermediari? La soluzione c’è, già adottata da altri club: la vendita online. Ma è indubbio che ci sia da lavorare, e molto, per rimediare ad un’organizzazione esclusiva e disastrosa, vittima del sistema di soffiate e passaparola tra i soliti noti.
LA RISPOSTA DI CARLO FELIZIANI (Responsabile della Biglietteria AS Roma) - Sulla lettera ricevuta la Gazzetta ha chiesto spiegazioni alla Roma, che già attraverso la parole di Carlo Feliziani, responsabile della biglietteria del club, aveva fatto sapere: «Ogni sistema di vendita ha le sue pecche. Qualcuno rimarrà scontento ma non c’è sistema di vendita perfetto». Non lo sarebbe neppure l’idea di mettere in vendita i biglietti on line, sostengono a Trigoria. Non è escluso che in futuro si studi una soluzione in merito, ma ad oggi la Roma ha preferito favorire in prelazione gli abbonati, rischiando di scontentare qualcuno, piuttosto che mettere tutti alla pari — perché quello comporterebbe la vendita on line — e lasciare a casa i «fidelizzati». Del resto, la società non può controllare il sistema di autogestione della fila da parte dei tifosi, che evidentemente rischia di favorire i più «smaliziati», quelli che con il passaparola sanno in anticipo quando sarà aperta la graduatoria (nel caso specifico, lunedì mattina). Ma mai come stavolta, spiega la Roma, la storia è filata liscia. Ieri erano in vendita 1.600 tagliandi: teoricamente, con due ticket a testa, la vendita sarebbe dovuta terminare al tifoso numero 800. Non è stato così: si è arrivati a 900, perché non tutti hanno acquistato 2 tagliandi. Alla fine il settore ospiti di Monaco sarà esaurito: beati quei 3.500 tifosi.