GASPORT (A. DA RONCH) - «Domani c’è un ospite ambizioso... facciamo 3 goal e li salutiamo. Tutti allo stadio». Massimo Ferrero lancia così, attraverso twitter, la sua personale sfida alla Roma. La sua Roma. Eh sì, perché l’attuale presidente della Sampdoria non ha mai nascosto l’origine giallorossa della sua passione calcistica. Del resto è nato e cresciuto a Testaccio, culla romanista. Ma dentro di lui, ormai, i colori si moltiplicano, un po’ come accade sulla maglia blucerchiata.
Punto debole Giorno dopo giorno, a partire dall’inizio della scorsa estate, Massimo Ferrero si è sentito sempre più blucerchiato, entusiasta, trascinante, quasi esaltato. «E’ il più ottimista di tutti e per lui non c’è partita, - ha sottolineato Sinisa Mihajlovic - spero che nessuno si offenda se suona la carica in questo modo. E’ fatto così, trasforma tutto in spettacolo». Del resto, seppur in maniera più lenta, anche il tecnico è passato dall’amore per il giallorosso a una trasformazione genovese. Proprio la Roma, infatti, ha portato Sinisa in Italia. Era l’estate ’92, Mihajlovic era l’ultimo gioiello sfornato dalla Stella Rossa, Boskov lo lanciò immediatamente nella Roma di Giannini, Aldair e Caniggia. Due stagioni, poi Samp, Lazio, Inter, la carriera di allenatore e di nuovo la Samp. Lui sa dove colpire: «Quando non hanno iniziativa soffrono in difesa. Per batterci dovranno sudare sette camicie». E sa su chi contare per avere motivazioni speciali: Okaka e Romagnoli.
La rivincita Sì, due ex speciali, due ragazzi che nella Roma sono cresciuti: l’eterna promessa e l’uomo del futuro. Stefano Okaka in giallorosso è stato l’uomo dei record: arrivato nella capitale a 15 anni, ha esordito in coppa Uefa a 16, ha fatto il primo gol in coppa Italia a 16 anni e 4 mesi, ha debuttato in A a 16 anni e 125 giorni, e, poco dopo aver compiuto 17 anni, ha firmato il primo gol in serie A. Doveva essere l’erede di Totti, ma tutto è sfumato nel corso di 5 stagioni vissute in prestito in giro per l’Italia. Il tempo e le delusioni hanno scavato un solco tra Okaka e la Roma, così Stefano nel 2012 ha smesso di essere una promessa giallorossa che sogna il futuro, per diventare un calciatore che vuole un presente. A Genova lo ha voluto Mihajlovic, lo ha esaltato la Sampdoria. Stasera potrà inseguire la sua rivincita.
La sfida Alessio Romagnoli nella Roma è cresciuto da centrocampista e si è affermato, grazie a Zeman, da difensore. Lui, però, ama correre e, a 19 anni, non voleva restarsene in fila ad attendere che Garcia si fidasse totalmente delle sue qualità. Un giorno, a fine estate, ha parlato chiaro con dirigenti e tecnico: «Voglio mettermi alla prova, voglio andare in una squadra pronta a darmi spazio». La squadra c’era, l’allenatore che lo stimava pure, visto che Mihajlovic lo considera l’erede di Nesta in chiave azzurra. A Genova c’era pure un presidente, con una parte del cuore giallorossa, che pur di averlo ha accettato un prestito, con riscatto e controriscatto, insomma senza la certezza di poterne monetizzare i progressi. In poco tempo ha scalzato dai titolari pure il capitano Gastaldello e ha conquistato tutto: pure il diritto di sfidare la sua Roma e dimostrare che merita di esserne un titolare.