GASPORT (A. PUGLIESE) - I suoi primi 50 anni li ha festeggiati più di sette mesi fa, subito dopo la vittoria con la Sampdoria e prima di quella di Bologna. Le sue prime 50 partite con la Roma, invece, arriveranno domani allo Juventus Stadium, un impianto storicamente indigesto ai giallorossi. Garcia, ovviamente, si augura che possa andare proprio come sette mesi fa.
Cuore e Mente - «Sappiamo che la Juventus è una squadra di livello, ma stiamo dimostrando di esserlo anche noi», ha detto il francese a Le Figaro, che non ha faticato un attimo a dipingerlo come «L’imperatore di Roma». Garcia ci sta, la cosa gli piace, anche perché in questa città ci si è calato sempre di più, con il cuore e con la mente. «Mi sembra di essere stato adottato come un bambino: sono integrato, accettato da tutti. So che i risultati sono stati importanti per questo processo, hanno permesso questo avvicinamento con i tifosi». Già, che oggi lo considerano davvero quasi come un imperatore, lui che è stato capace in un colpo solo di cancellare due anni di delusioni e bocconi amari e di dare anche una dimensione europea a questa squadra: la Roma «vecchio stile» dopo una mazzata come il rigore di Aguero a Manchester sarebbe crollata, quella di Garcia no. Anzi. «Abbiamo mostrato personalità, una mentalità straordinaria. Ed averlo fatto proprio in casa del City, una dei club più ricchi del mondo, ci dà ancora maggiore fiducia».
Entusiasmo Letale - Chissà che carico di fiducia arriverebbe allora in caso di vittoria domani a Torino. Garcia non ci vuole neanche pensare. Anzi, getta acqua sul fuoco, sa che i troppi entusiasmi potrebbero essere letali. Anche se il problema lo vorrebbe affrontare eccome. «Sono il comandante della nave, faccio in modo che tutti restino con i piedi per terra. Quello con la Juventus è un test importante, ma siamo solo alla sesta giornata, ci sono ancora tanti punti da assegnare, è presto per un giudizio definitivo. Quando c’è passione c’è eccesso, nel senso buono ed in quello cattivo. I nostri tifosi sono straordinari, si può capire che siano presi dal momento, ma la squadra deve mantenere la rotta». Del resto imperatore o comandante, a conti fatti, cambia poco. quel che conta è che la Roma domani a Torino dimostri ancora una volta di essere cresciuta, maturata. Se poi dovesse arrivare anche il regalo per le sue prima 50 gare in giallorosso, allora sarebbe tutto perfetto.