IL TEMPO (F. MAGLIARO) - E, finalmente, dopo tanta attesa, inizia l’iter di esame della delibera di pubblico interesse sullo Stadio della Roma da parte del Consiglio comunale. Ieri, in una riunione congiunta, intorno al tavolo si sono seduti i membri delle commissioni consiliari Urbanistica, Ambiente, Trasporti, Lavori pubblici e Sport. Insieme a loro, l’assessore all’Urbanistica, Caudo, l’Autorità di Bacino del Tevere, i proponenti, le associazioni ambientaliste e i comitati di quartiere.
Seduta ancora preliminare e interlocutoria: aggiornata fra martedì e mercoledì della prossima settimana per il voto, oggi sono state affrontate le tematiche iniziali, quelle che hanno tenuto banco negli ultimi mesi sui giornali, nelle radio e fra i tifosi. Proprietà del futuro impianto, scelta dell’area, trasporto e mobilità: questi i temi trattati, senza, però, entrare nello specifico.
«Al momento - spiega il presidente della Commissione Urbanistica, Antonio Stampete (Pd) - siamo ancora in una fase interlocutoria. Non sono stati presentati emendamenti alla delibera ma il clima è sempre quello della grande cautela ma favorevole all’opera. Io credo che già con la prossima seduta, almeno per l’Urbanistica, potremo esprimere il nostro parere. Dopo di che, atteso il voto delle altre Commissioni, il testo approderà in Aula per il voto finale».
«Uno degli elementi sollevati nella discussione, a parte singoli aspetti come il depuratore o la tenuta del Tevere - afferma Fabrizio Ghera, (Fdi) - è che stiamo lavorando solo su un rendering e un progetto che riguarda lo Stadio ma che mancano, invece, quanto meno le idee progettuali sulle torri e sugli altri elementi dell’opera. Sembra un po’ una cambiale in bianco, ma è un’opera troppo importante. Non si può dire sempre e solo "no". A Roma abbiamo un grande bisogno di lavoro, di posti di lavoro. E questo investimento è fondamentale per tornare a far muovere l’economia romana».
«Ho chiesto ufficialmente ad Agenzia per la Mobilità - racconta Roberto Cantiani (Misto) - un modello di esercizio per la metro B: al di là del problema della fascia di rispetto sollevato da Il Tempo, c’è da chiarire quali saranno le reali frequenze dei treni nelle diverse tratte dopo questa eventuale modifica. Già la B è fra le metro più lente d’Europa, non possiamo rischiare di rallentarla ulteriormente. Detto questo, però - conclude Roberto Cantiani - l’investimento è troppo importante per dire no».