IL MESSAGGERO (C. SANTI) - È spending review nel mondo dello sport: tagli ai contributi al Coni e taglio importante alla Federcalcio. Il governo ha dato una(lieve)sforbiciata al contributo allo sport: il taglio è di 7,602 milioni rispetto al 2014, ossia l’1,84%. Complessivamente lo sport percepirà405,658 milioni (nel 2014 il contributo era di 413,260 milioni) e di questi soldi 129,458 milioni andranno alle Federazioni. E proprio su questo punto oggi il Consiglio nazionale del Coni, che si è riunito in maniera informale ieri sera, discuterà svelando, si fa per dire, quanto emerso dalla commissione che ha lavorato per la ridistribuzione in base ai nuovi parametri e ai nuovi criteri di assegnazione. Il calcio va incontro a un maxi taglio e, di conseguenza, a una battaglia con il Coni, con Tavecchio pronto a sfidare Malagò. Adesso la Figc è la Federazione che prende di più, 62 milioni, ma nel 2015 il contributo Coni scenderà di 25 milioni che, con un paio di aggiustamenti, scenderà a venti. Non è una punizione e neppure un golpe per la Figc ma una nuova ripartizione legata ai parametri messi a punto dalla commissione che ha lavorato quasi un anno sul tema. Dai parametri si nota che è la Federtennis la prima federazione per vittorie e importanza delle stesse. Facendo un passo indietro sulla questione contributi, bisogna ricordare che una decina di anni fa il Governo Berlusconi decise di assegnare 450 milioni al Coni con la condizione che alla Federcalcio sarebbero andati 82 milioni diventati, nel tempo, 20 in meno.
LO SCENARIO A VIA ALLEGRI - Adesso si cambia, adesso ci sono «elementi oggettivi e il calcio si renderà conto che, in un contesto non a favore - ha spiegato Giovanni Malagò, il presidente del Coni- quello che si poteva fare è stato fatto. Il calcio fa bene ad essere preoccupato, perché ci sono numeri assolutamente chiari in questo senso». A beneficiare di qualche soldo in più per il bilancio saranno 39 delle 45 Federazioni (cinque, ossia Comitato Paralimpico, cronometristi, Aci, medici sportivi e Aero Club ricevono direttamente i contributi dalla Stato che non ha modificato nulla rispetto al 2014) mentre il calcio è sul piede di guerra. Da via Allegri Michele Uva, il direttore generale della Figc, ha portato il primo attacco.«La Serie A versa al sistema circa un miliardo, fra tasse, Iva, Irpef e qualsiasi altra contribuzione fiscale. Il calcio italiano, dal 1948 al 2003 - ha chiarito Uva- ha finanziato con 18 miliardi di euro lo sport italiano, quindi le 422 medaglie olimpiche sono state esclusivamente finanziate dal gioco del calcio, perché c’era un rapporto diretto fra Totocalcio e contributi al Coni». Malagò, riconoscendo i meriti del calcio, ha ricordato che ognuno ha la sua logica «e io la rispetto. Ma il Totocalcio non c’è più e non mi sempre neanche da qualche giorno»,ha aggiunto.
IL PIANO DI RIENTRO - «Penalizzante», ha commentato la volontà del taglio Maurizio Beretta. Il presidente della Lega calcio di serieA e vicepresidente vicario della Federazione, ha fatto notare che tutto questo comprometterebbe il calcio di base. In particolare le spese per gli arbitri delle 750 mila partite l’anno dalla Promozione in giù», ha ricordato Beretta. Occorrerà rivedere questo aspetto ricordando che ogni arbitraggio dalla promozione in giù viene ricompensato con circa 65 euro. Fermo restando i parametri, il Coni andrà incontro alla Federcalcio. Verrà meno parte della mutualità (5 milioni: ne pacherà la metà) che la Figc versava al Coni come prevedeva la legge Melandri e la Giunta restituirà altri 2,5 milioni arrivando così a un taglio di 20 milioni. All’inizio dell’estate era, invece, di 40. Oggi si capirà esattamente quali saranno le mosse della governance di via Allegri, con Beretta pronto a un nuovo intervento e come ieri sera troverà gli altri presidenti concordi sul taglio. Da via Allegri sono pronti, Tavecchio ma soprattutto Lotito sempre sensibile alle questioni economiche, a dare battaglia al Foro Italico e lo scontro non sarà lieve.