GASPORT (M. GRAZIANO) - "Qui si pensa solo al Sassuolo e alla fondamentale trasferta di Atene, contro l’Olympiakos. Non perdiamo tempo dietro a certe sciocchezze". Questo, più o meno, il pensiero della Juventus all'indomani delle bordate di Morgan De Sanctis. L’intervista della Gazzetta al portiere della Roma era sul tavolo dei vertici bianconeri fin dalle primissime ore del mattino di ieri. Parole che hanno sicuramente irritato un po’ tutti in corso Galileo Ferraris, ma in nessun momento si è pensato a una replica ufficiale, sia in società sia fra tecnico e giocatori. Di fatto, solo Angelo Ogbonna, che aveva in programma un’esclusiva con Sky, ha sfiorato l’argomento: «La nostra forza è sempre quella di guardare la partita successiva - ha detto il 26enne difensore della Nazionale -, senza pensare a quella passata, a ciò che è stato e non si può cambiare. Poi, ognuno è libero di dire ciò che vuole visto che gli è concesso».
Ciò che c’era da dire... - Secondo la Juventus, ciò che doveva essere detto sulla rovente partitissima del 5 ottobre era già stato dettagliatamente esternato dall’a.d. Marotta nelle ore immediatamente successive alla gara e alla «sparata» di Francesco Totti. Al capitano
della Roma aveva risposto pure Pavel Nedved, consigliere d’amministrazione e amatissima bandiera juventina: «Lo stimo - il pensiero del ceco -, ma non è mai arrivato a giocare per una squadra grande come la Juventus, e per questo non capisce cosa vuol dire. Se giochi o lavori per la Juve, hai tutti contro. E dico di più: questo influisce anche sull’atteggiamento degli arbitri, che in certi momenti delle varie partite hanno addirittura paura a darci qualcosa a favore. Se poi il capitano della mia squadra dicesse quello che ha detto Totti alla sesta giornata, non so se rimarrebbe capitano...».
E l’Aic... - Oggi, a Vinovo, parla Allegri, ma sarebbe curioso conoscere soprattutto l’opinione dei vari Buffon, Pirlo e Chiellini: senatori, ex compagni di Nazionale di De Sanctis e soprattutto calciatori di un certo peso. Già, perché il numero uno della Roma è un componente del Consiglio federale Figc in quota Assocalciatori. Che ne pensa il presidente Aic, Damiano Tommasi?