CORSERA (G. PIACENTINI) - Senza di lui la Roma non solo non vince, ma molto spesso perde. Non per demerito del suo sostituto, Lukas Skorupski, che ha dimostrato di avere le qualità per giocare titolare, ma perché Morgan De Sanctis è uno di quei calciatori il cui valore non si misura solo con le prestazioni in campo ma anche con quello che riescono a dare alla squadra dal punto di vista della personalità. I suoi numeri da quando veste la maglia giallorossa sono impressionanti: nelle 45 gare in cui ha giocato titolare la squadra di Garcia ha ottenuto 34 vittorie, 7 pareggi e solo 4 sconfitte (3 in campionato e una in Coppa Italia) mantenendo la porta inviolata per 26 volte. Non c’era nelle ultime due giornate dello scorso torneo (sconfitte contro Juventus e Genoa), né domenica a Torino e nemmeno nel pareggio di Manchester contro il City in Champions, tutte gare in cui la formazione giallorossa ha subito gol. Come per pochi altri giocatori della rosa - Totti su tutti ma anche De Rossi, Maicon o Gervinho - si può dire che c’è differenza tra una Roma con De Sanctis e una senza.
Quest’anno, poi, il portiere abruzzese ha fatto percorso netto: sei vittorie su sei tra campionato e Champions e due soli gol (con il Parma e il Cska) al passivo. Per questo il suo rientro già dalla gara di sabato prossimo contro il Chievo può far tornare il sorriso a Rudi Garcia: il problema al gluteo è ormai superato e già oggi, alla ripresa degli allenamenti, tornerà a lavorare regolarmente dopo essersi allenato da solo per tutta la settimana passata, in permesso concordato con la società. Il suo contratto scadrà alla fine di questa stagione, quando avrà compiuto 38 anni, e De Sanctis presto sarà chiamato a prendere una decisione sul suo futuro. La Roma gli ha dato carta bianca, nel senso che c’è ampia disponibilità a prendere in esame un prolungamento per un’altra stagione ma anche ad offrirgli una scrivania, se vorrà fare il dirigente, o un ruolo in campo, da tecnico. C’è anche la possibilità che Morgan decida di proseguire la sua carriera «politica»: ha preso molto sul serio il suo ruolo di consigliere federale.
Le opportunità, insomma, non gli mancano ma per il momento l’obiettivo è quello di ricominciare a vincere, già dalla gara di sabato contro il Chievo. Una partita in cui non ci sarà Seydou Keita. «Dubito - le parole del calciatore dal ritiro del Mali - che sarò disponibile per la prossima gara con la Roma. Ho sentito dolore in allenamento e avrei dovuto gestire diversamente questo problema, ma era una partita molto importante per la nazionale e per il Mali: se fossi stato in Europa non avrei giocato. Spero solo che l’infortunio non sia troppo grave».