Daniele De Rossi sta tornando a riprendersi la sua terra, lì in mezzo davanti alla difesa. Basterà a cambiare il volto della Roma nelle prossime partite: è multiuso, da cucina e da salotto, elemento di salutare disturbo che servirà a spezzare la monotonia di un centrocampo da quattro partite tediosamente uguale a se stesso. Keita, Pjanic e Nainggolan stanno esaurendo le riserve energetiche. Con De Rossi, chiunque di loro può conoscere il bene di un turno di pausa.
Daniele è perfetto da puro mediano, qualora Garcia optasse per un 4-2-3-1: in quel caso a risposare sarebbe Pjanic, chiamato a guidare la Bosnia nelle qualificazioni. Il centrocampista di Ostia è una mano santa per la linea difensiva che ha perso tanti interpreti, tra cui Castan ("ridotto pelle e ossa da un virus intestinale e ancora tenuto fuori da Trigoria perché il suo sistema immunitario è depresso - si spera possa tornare a correre la prossima settimana".
Con De Rossi la Roma è diversa da se stessa, senza è sempre identica, ha meno soluzioni ed esce con maggiore difficoltà dai labirinti del pressing avversario. Nel deserto di Trigoria, anche solo scorgere la sua sagoma all'orizzionte fa bene all'umore.
(Corsport)