GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Genova per loro. Come Roma, la città dove sono cresciuti: in senso fisico, De Silvestri, Romagnoli e Okaka. In altro senso, Mihajlovic, che nella capitale ha trovato moglie e stabilità. Genova per loro è blucerchiata, Roma invece è stata giallorossa e biancoceleste, città di passaggio ieri e forse, domani, punto di arrivo. Per chi ci tornerà a vivere e per chi ci tornerà a giocare. Senza spazio per i sentimenti però, almeno domani, quando Roma sarà solo avversario.
Mr. President Lo chiede la città, lo chiede il presidente Massimo Ferrero, che Roma e la Roma ce le ha nel sangue, nella veracità e anche sullo schermo, visto che quando uno dei suoi giocatori, Romagnoli, doveva ancora nascere, lui faceva una piccola parte nel film «Ultrà», di Ricky Tognazzi del 1990. La scena è di quelle topiche, perché Ferrero da produttore esecutivo si ritaglia una particina: Gigione, il suo personaggio, rincorre il treno su cui sono saliti Amendola e Ricky Memphis chiedendo al figlio, che tiene in braccio, di gridare «Forza Roma ». Guai a farlo domani, visto che a Genova qualcuno gli rimprovera simpatie troppo spiccate per i giallorossi. Sarà per questo che negli ultimi due giorni, in un italiano non sempre perfetto, su Twitter è iniziato il suo show anti giallorosso. A un romanista che lo invitava a lasciar perdere la squadra dopo il k.o. contro il Bayern la sua risposta è stata eloquente: «Aripiate». Oppure «Semo belli e bulli» e «vincemo 2-0 ». Cosa ne pensa Garcia non è dato sapere, cosa ne pensano i suoi giocatori sì, visto che Ferrero è ormai la mascotte della squadra.
Il grande amore A mantenere la calma ci pensa Mihajlovic, uno che a Roma non ci è nato, ma è stato adottato. Arrivato a 23 anni dalla Stella Rossa di Belgrado, restò a Trigoria soltanto due anni. Poi il trasferimento a Genova e il ritorno a Roma, ma dall’altra parte del Tevere. In tutti questi anni un comune denominatore: Arianna, sua moglie e madre di 5 figli. È per lei, conosciuta in un ristorante del Gianicolo quando già vestiva la maglia della Samp, che ha deciso di restare a vivere nella Capitale: lui si sposta per lavoro (a Genova vive in hotel, e ha come vicino di stanza il suo discreto presidente), lei resta in città con i figli. E se lui in tv parla poco — o male — ecco che a casa arrivano i rimproveri.
La rinascita Gli stessi che, per anni, sono arrivati a casa Okaka. Il talento di Stefano c’era, il fisico anche, ma mentre quello cresceva la testa sembrava sempre al palo. Finché poi anche lui a Genova ha trovato casa con sei gol in 21 presenze. Mai era stato così forte e così continuo e il merito è proprio di Mihajlovic, come ha raccontato anche lui ai suoi amici romanisti.
Lorenzo e Gabbo Oggi si sta scrollando di dosso l’etichetta di eterna promessa, che rischiava di restare appiccicata anche ad Alessio Romagnoli se, in estate, non avesse insistito per andare a giocare. Sabatini, che l’ambiente Samp lo conosce bene — tanto da esserne stato a un passo prima di accordarsi con la Roma e anche dopo il primo disastroso anno con Luis Enrique — lo ha mandato a farsi le ossa da un ex difensore mancino, come lui, e i risultati dicono: cinque presenze, un gol e un assist. A gennaio farà 20 anni. A maggio ne ha compiuti 26 Lorenzo De Silvestri, che al contrario di Romagnoli, uomo di mare perché nato a Anzio, è nato in città. Ha giocato nella Lazio, prima di arrivare a Genova si è fermato a Firenze, ma Roma è nel cuore, nella sua casa di Monteverde e anche negli scarpini, dove ha inciso il nome di Gabriele Sandri, con cui condivideva tifo e amicizia. «Vogliamo riscattare il pareggio di Cagliari e saremo agguerriti», ha giurato Romagnoli. Lo ha detto in tv ma lo ha detto anche nello spogliatoio. Dove, tra l’altro, anche Manzi e Bovenzi, sono romani. Sono i due preparatori della squadra, a loro Mihajlovic ha affidato il compito di far correre la Samp. Per battere la Roma servirà farlo. Pure tanto.