AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - Massimo "Il Condor" Agostini, ex di Roma e Cesena, ha parlato della sfida di domani all'Olimpico: "Tra Roma e Cesena c’è un divario enorme. La squadra di Bisoli aspetterà i giallorossi in difesa, non può fare altro. Il soprannome? Me lo diede Sala in allenamento”.
Come sono stati quei due anni, cosa ricorda?
"Sono stato benissimo, il primo anno fu il migliore dei due. Ad inizio campionato partii dalla panchina, entrando in corso. Poi mi sono ritagliato un posto da titolare. Tutto bene fino a otto gare dalle fine, quando mi sono rotto una caviglia e mi sono dovuto fermare. La stagione non andò bene, arrivammo settimi e Eriksson andò via. Peccato perché era una bella squadra e il pubblico lo apprezzò venendo numeroso allo stadio”.
L’anno dopo in panchina c’era Liedholm?
“Sì, un cambio radicale di come vedere il calcio. Il Barone si affidò ai giocatori presenti già l’anno dello scudetto e per i giovani non ci fu molto spazio. Mi cambiò anche ruolo e le cose non andarono bene per me. La squadra però fini al terzo posto e si qualificò per le coppe. Io a fine stagione tornai al Cesena che avrebbe disputato la serie A”.
Calcisticamente, che realtà è Cesena?
“Io sono cresciuto nelle giovanili qui a Cesena e ci sono tornato tre volte da giocatore, in anni diversi giocando in tutte le tre serie, A, B e C. E’ una piazza perfetta per fare bene. Si lavora con tranquillità durante la settimana, i tifosi ti supportano e non ti danno troppe pressioni, ma poi alla domenica lo stadio si riempie. C’è una passione forte: quest’anno hanno fatto dodicimila abbonamenti e poi vengono sempre tra i quattro e i cinquemila paganti. Non è poco per una provinciale giocare davanti a diciottomila persone. Quest’anno, inoltre, sono l’unica squadra emiliana in A, con il Bologna retrocesso”.
È pronta per giocare la massima serie?
“Negli anni la società ha cercato di crescere in linea con la realtà di questi tempi. Ha avuto vicissitudini disastrose, due retrocessioni, la serie C. È la seconda volta che si affaccia alla A, speriamo che sia la volta buona. Con impegno e testa può fare bene”.
Che gara sarà?
“Il divario tra le due è enorme ed è inimmaginabile che il Cesena venga per a fare la partita. Una gara proibitiva che il Cesena non dovrà affrontare a viso aperto. Se devo fare un esempio vorrei ricordare la gara contro il Ba-yern, la Roma ha provato a fare il suo gioco, come fa in ogni gara di campionato, ma non ci è riuscita. Il divario tecnico con la formazione tedesca è ancora troppo elevato e questo è il motivo della sconfitta. Il Cesena non deve fare lo stesso errore. La Roma è abituata ad attaccare e terrà il pallino del gioco, il Cesena dovrà cercare di arginarli e cercare di mettere i giallorossi in difficoltà qualora si aprissero dei varchi”.
Che ne pensa di Bisoli?
“Un allenatore che a Cesena ha trovato il suo habitat naturale. È l’idolo incontrastato dei tifosi, nonostante sia andato via per fare la serie A con Cagliari e Bologna. Non è andata bene per lui, è tornato ed è stato accolto a braccia aperte. La classifica non è troppo tranquillizzante ma credo possa migliorare”.
Cosa ne pensa di questa Roma?
“Mi piace, è forte. Ha una grandissima difesa, può variare a centrocampo e davanti si può permettere di tenere in panchina giocatori che in ogni altra squadra di serie A giocherebbero, tanto è ampia la rosa”.
Garcia le piace?
“Devo confessare che non lo conoscevo bene infatti faccio i miei complimenti ai dirigenti della Roma che non solo lo hanno scovato nel campionato francese, ma hanno anche scelto un tecnico che ben si è saputo ambientare in una realtà diversa dalla sua, in una piazza esigente e difficile come Roma. Garcia è entrato in punta di piedi e ha portato avanti le sue idee senza titubanze”.
Prevede tanti gol?
“La gente deve andare allo stadio per vedere azioni, che finiscano in gol o meno, ma partite in cui le due formazioni si affrontino. Sono finiti gli anni in cui si faceva il catenaccio, per fortuna il calcio è cambiato… La mentalità è cambiata…”.
Sarà un duello tra Roma e Juventus fino alla fine?
“La premessa dovuta è che nella gara di Torino la Roma non ha meritato di perdere sul campo. Detto questo le due formazioni sono molto livellate e si daranno del filo da torcere fino alla fine. Rispetto allo scorso anno la Roma è impegnata in Champions League e Garcia sa che la marcia di crescita intrapresa in campionato va seguita anche in Europa… La Roma merita di far bene nel calcio internazionale che conta e ne ha tutte le possibilità”.