CORSERA (F. FIANO) - La conferma di uno scontro corpo a corpo nei momenti in cui venivano esplosi gli spari che costarono la vita a Ciro Esposito arriva dalla prima udienza per analizzare la perizia sulla sua morte. La pistola utilizzata secondo l’accusa da Daniele De Santis ( nella foto ) fu afferrata per la canna da Alfonso Esposito – uno dei tifosi che inseguirono il romanista – nel tentativo di strapparla a «Gastone». Lo ha ribadito il perito balistico incaricato dal gip Giacomo Ebner e ascoltato in sede di incidente probatorio. Esaminate anche foto su alcuni punti controversi dell’inchiesta. Le prime riguardano i guanti che, secondo i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, De Santis indossava al momento di fare fuoco e secondo i suoi legali no (un dettaglio che cambia le valutazioni sugli esami dello stub). I due oggetti compaiono a terra, in posti diversi, ma rovesciati dall’interno come se fossero stati appena sfilati.
Gli avvocati Michele D’Urso e Tommaso Politi hanno invece mostrato le foto sui segni che ancora oggi sono ben visibili sull’addome di De Santis. Frutto di coltellate, secondo due dei tre ospedali che l’hanno curato. Non è chiaro se ricevute tutte da una stessa arma, in che momento e per mano di chi. L’ultrà della Roma legato all’estrema destra sarà interrogato il prossimo 9 ottobre nell’ospedale Belcolle di Viterbo, dove si trova ancora ricoverato. Finora non ha mai fornito una sua versione del fatti.