CORSERA (G. PIACENTINI) - Mercoledì sera, dopo l’ennesima sua grande giocata, buona parte del pubblico del Tardini si è alzato in piedi per battergli le mani. Non è stata la prima volta che Francesco Totti ha ricevuto il tributo della tifoseria avversaria e, probabilmente non sarà nemmeno l’ultima, ma è stata un’altra dimostrazione di come sia ormai diventato un calciatore universale, l’ultimo sopravvissuto di un calcio, quello delle bandiere, che non c’è più.
Domani Francesco Totti compirà 38 anni, tutti vissuti indossando la maglia della Roma: li festeggerà nel modo che più gli piace, cioè dentro l’Olimpico, dove i tifosi sono pronti a rendergli l’omaggio che merita prima della gara col Verona. «L’affetto della gente mi fa sempre piacere – le sue parole a Roma Tv – e stavolta vorrei essere io a fare un regalo ai nostri tifosi, ma non so se ne avrò la possibilità». Il riferimento è al turnover applicato da Garcia, che potrebbe preservarlo per la doppia trasferta contro il Manchester City e la Juventus, due gare che potranno dire molto sulla stagione della Roma, in Italia e in Europa. «La Juventus è campione in carica, non ha venduto e anzi si è rinforzata: sono loro la squadra da battere e noi siamo i secondi, però nello spogliatoio sappiamo tutti che abbiamo grandi potenzialità. Cercheremo di colmare il gap che c’era lo scorso anno, ma attenzione anche all’Inter. La Champions? La musichetta è sempre emozionante, a Roma ha un valore differente e speriamo di sentirla il più a lungo possibile. Contro il Cska abbiamo provato ad imporre il nostro gioco ma non ci aspettavamo di partire così forte. Le favorite sono Real Madrid e Chelsea: hanno più possibilità delle altre di vincere, noi cercheremo di dare il meglio e fare bella figura contro tutti perché nel calcio non si può mai dire».
La stagione della Roma è partita nel migliore dei modi. «Abbiamo cominciato con il piede giusto, tutti si aspettavano la stessa partenza dello scorso anno e per ora in campionato abbiamo ottenuto 4 vittorie consecutive: abbiamo un grande gruppo, una rosa competitiva e ci aspettiamo di fare grandi cose, poi sarà il campo a parlare. Sono arrivati grandi giocatori, sono contento che il nostro direttore li abbia presi perché possiamo fare un grande campionato. Io ho un debole per i calciatori forti come Pjanic, mi è sempre piaciuto per come gioca e per il rapporto che ho con lui: è il Piccolo Principe, il nostro Principino».