GASPORT (C. ZUCCHELLI) - A quest’ora doveva essere sì a Belgrado con la sua nazionale ma pronto a rientrare a Dortmund o a Madrid, sponda Atletico. Invece Adem Ljajic, terminati gli impegni con la Serbia, tornerà a Roma, come (quasi) nessuno aveva previsto ad inizio estate: sembrava essere in cima alla lista dei partenti e invece non solo non si è mosso da Trigoria ma si è allenato con un’intensità che ha meravigliato Garcia e persino qualche suo compagno. A fine maggio Ljajic lasciava la Roma dicendo che voleva «parlare con Sabatini», a fine agosto la ritrovava — a colloqui fatti — consapevole che per il posto da titolare c’è e ci sarà da lottare, ma che per lui le porte sono tutt’altro che chiuse.
Ritorno a casa - D’altronde, che Ljajic sia ormai più maturo e che le serate passate alla playstation con il barattolo di Nutella sul tavolino siano un lontano ricordo se ne sono accorti in Serbia come in Italia. Stasera affronta la Francia nello stadio del Partizan dove è cresciuto prima di essere acquistato dalla Fiorentina. In questi giorni microfoni e telecamere lo hanno cercato spesso: escluso da Mihajlovic per il rifiuto di cantare l’inno, vuole caricarsi la squadra sulle spalle. «Vogliamo fare di tutto per qualificarci — ha spiegato — e se non ci riusciremo sarà una vergogna. Sappiamo di avere un grande potenziale».
Niente pressione - La partita di stasera è un’amichevole, visto che in questo turno i serbi riposano ed inizieranno le partite ufficiali l’11 ottobre contro l’Armenia. Quel giorno Ljajic, con un anno in più (il 29 settembre compirà 23 anni), avrà più minuti nelle gambe visti gli impegni della Roma in campionato e in Champions. Lui si è detto «pronto» e senza timori: l’arrivo di Iturbe e la conferma di Gervinho e Florenzi rendono agguerrita la concorrenza, ma Ljajic sembra pronto a dare battaglia. La panchina non gli piace, ma è ormai in grado di non farsi schiacciare dalla pressione: «Per me — ha ammesso — non è un problema, né nel mio club né in nazionale. Qui c’è un nuovo c.t. (Advocaat, ndr ), ha esperienza e una motivazione enorme, starà a noi abituarci alle nuove metodologie. Ma sono fiducioso perché è quello che faccio nella Roma».
La conferma - Lo ha fatto anche la scorsa stagione, quella in cui ha giocato più minuti in carriera nella massima serie (1624) e ha messo insieme sei gol e sei assist. Numeri che Garcia gli ha chiesto di migliorare. Contemporaneamente, prima del ritiro in Austria, ha chiesto alla società di confermarlo per farlo sentire sereno e lavorare in tranquillità. Detto e fatto, nonostante un (timido) tentativo dell’Arsenal che non si è concretizzato. Motivo? La volontà della Roma:«Per meno di 18 milioni non ci sediamo neanche a trattare».