Quel tabù di Albione, ma se segna al City Totti è nella storia

30/09/2014 alle 10:44.
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GASPORT (M. CECCHINI) - Sarà per questo tempo bigio così lontano dall’azzurro di Roma, sarà per una sorta di idiosincrasia verso un calcio (a lungo) troppo muscolare per i suoi gusti, ma e l’Inghilterra sembrano fatti per stimarsi ma certo non per amarsi. E se mai negli ultimi tempi di Premier League imperante qualche sospetto di eccessiva intransigenza possa essergli venuto, gli è bastato rispolverare nella memoria quel 10 aprile 2007 – la notte del 7-1 subito proprio a Manchester ma sponda United – per scacciare qualsiasi tentazione di cambiare idea. D’altronde, i numeri sono fatti per plasmare la realtà e forse non è un caso che dei 36 gol segnati nelle coppe europee, il capitano della Roma ne abbia realizzato solo uno alle squadre inglesi, ovvero un rigore utile per firmare un 1-0 casalingo al Newcastle, in Coppa Uefa, nell’Anno di Grazia 1999. Nelle altre 17 partite – 9 delle quali disputate al di là delle scogliere di Dover dove non ha mai vinto con la Roma (una volta però sì con la Nazionale) – è rimasto a secco. Domanda: c’è un’occasione migliore di oggi per cercare di colmare un vuoto del genere?

RECORD - La risposta sembrerebbe agevole: al momento crediamo proprio di no, tanto più che il Manchester di Pellegrini – la squadra col gioco meno «british» d’Inghilterra – ha anche quei colori biancocelesti che al numero dieci giallorosso ricordano il derby, con tutte le possibili conseguenze emotivo-sentimentali. Ma non basta. Segnando una rete, – 38 anni compiuti da 3 giorni – diventerebbe il più anziano goleador dal 1992, cioè da quando la Coppa dei Campioni è diventata l’assai più munifica . Chi sarebbe scalzato dal trono di questa classifica virtuale è un antico ragazzo di grinta e blasone chiamato Ryan Giggs, che segnò al Benfica nel 2011, a 37 anni e 9 mesi. Inutile dire che – per la serie le stracittadine in fondo non finiscono mai – Giggs giocava proprio a Manchester, nella metà del cielo chiamata United. Sì, quella del 7-1, e Giggs era pure in campo per una serata che il capitano della Roma raccontò così: «È stata la più triste della mia carriera. Se potessi, vorrei rigiocare la partita mille volte, ma è andata così». Insomma, se stasera le cose andassero per il verso giusto, sappiate che un po’ di carburante viene da lontano, cioè da un dolore forse mai scomparso, anche perché nelle due volte che ha giocato a Manchester (indirizzo Old Trafford) ha sempre perso. Occhio però, perché di primati da mettere in bacheca ne ha ancora diversi, visto che Puskas nel 1965 – quando la Coppa si chiamava «dei Campioni» – con la maglia del Real Madrid realizzò addirittura un poker di reti al Feyenoord a 38 anni e 5 mesi, cioè a un’età in cui la maggior parte dei calciatori tira al massimo due calci al pallone con gli amici. Ne discende questo corollario: se il capitano della Roma segnasse un gol dai quarti di finale in avanti, potrebbe battere persino il magico Puskas. Insomma, ce n’è abbastanza perché non ponga limiti a una stagione apparentemente fantastica, tenendo conto che, per passare il turno, la squadra di fa la corsa proprio sul . «Fino in fondo vedo arrivare Chelsea e Real, ma attenzione al Bayern che si piazza sempre tra le prime 4 – ha detto Francesco –. Noi però siamo forti e ci sentiamo la mina vagante della ». Quanto basta per attendersi una nuova esplosione qui a Manchester. Ma di gioia stavolta. Perché il passato, a volte, passa davvero.