GASPORT (M. CECCHINI) - Libri di storia alla mano, è noto come le campagne di Russia per essere vincenti necessitino, oltre che di forza, anche di rapidità. Napoleone e Hitler sottovalutarono questo aspetto, ma Rudi Garcia - nel suo piccolo - non vuole commettere lo stesso errore. E così domani all’Olimpico contro il Cska la velocità sarà la prima arma su cui la Roma punterà per scardinare la difesa avversaria. Come dire, spazio a Iturbe e Gervinho, che ieri ha santificato il suo rapporto giallorosso rinnovando - con ritocco di stipendio fino a quasi 3 milioni a stagione - fino al 2018.
Allarme caviglia Le due frecce giallorosse, comunque, vengono da due settimane estremamente differenti. Gervinho, nella sosta, è stato impiegato in entrambe le partite della Costa D’Avorio, tornando a Trigoria solo per ultimo fra i 16 «nazionali » in giro pr il mondo. Non solo. Dopo i pochi minuti di sabato scorso, due giorni fa ha rimediato anche un trauma contusivo alla caviglia destra che, al momento, non preoccupa. Una cosa comunque è certa: la preparazione al match di Iturbe è stata assai differente.
La voglia matta Non essendo stato convocato dall’Argentina (aggiungeremmo: per ora), il 21enne attaccante ha lavorato come un matto a Trigoria per l’esordio in Champions. E che le attese intorno a lui siano tante lo dimostrano le poche righe che la Uefa, nel sito ufficiale, ha dedicato al giocatore: «Ha fatto capire che potrebbe diventare un protagonista assoluto, grazie alla sua velocità e alla sua tecnica». Non male come biglietto da visita per un calciatore che, pur avendo già giocato in Coppa Libertadores, finora deve ancora esordire nella massima manifestazione continentale riservata ai club.
Trauma Garcia In ogni caso, l’idea di Garcia è chiara. Per il francese le squadre in Champions generalmente tendono a chiudersi assai meno che in campionato e così il vantaggio di poter disporre di due attaccanti così veloci nelle ripartenze può far cambiare l’inerzia della partita. Non è un caso che sia Gervinho che Iturbe risultano meno efficaci con alcune delle «piccole» della Serie A che si arroccano nei sedici metri, raddoppiando sui dribbling. Col Cska dovrebbe essere un’altra musica e Garcia - proprio nel giorno in cui la Uefa lo celebra come «ottavo re di Roma »(titolo peraltro assegnato già a Falcao e ovviamente a Totti) - è pronto a prendersi la sua rivincita. Perché? Facile. Nella fase a gironi dell’autunno 2011, il Lilla allenato da «monsieur » Rudi concluse all’ultimo posto il proprio gruppo, mentre ad andare avanti furono Inter (10 punti) e Cska (8), contro cui Garcia consumò il suo esordio in Champions. Ma il pari interno (2-2) vanificò persino l’impresa in trasferta (0-2) e così i francesi si fermarono a 6 punti. Altri tempi, ovvio, perché quella rosa non era paragonabile alla Roma attuale, che domani avrà due tipetti come Gervinho e Iturbe pronti a dare la velocità che serve. Perché la campagna di Russia, stavolta, non ammette ritirate.