GASPORT (D. STOPPINI) - Parla in campo, ma finora solo lì. In fondo sarebbe un problema maggiore il contrario, per Garcia. Salih Uçan (foto GETTY) ha stupito tutti i compagni. Totti per primo ha confessato di essere rimasto colpito dalle qualità tecniche del centrocampista. E la stima si traduce nelle partitelle, in cui il pallone spesso finisce nei piedi dell’ex Fenerbahce, segno evidente della stima dei compagni. Il guaio, semmai, è un altro. È la lingua, perché Uçan parla e comprende solo il turco, non l’italiano ma neppure l’inglese. E così la società si è attivata negli ultimi giorni per trovare un traduttore: una telefonata all’ambasciata e il gioco è fatto. Il traduttore segue Uçan (per tutta la tournée) in ogni movimento ufficiale, in ogni colloquio con Garcia. È vicino al giocatore quando ci sono gli allenamenti e le chiacchierate del tecnico con la squadra.
Pjanic spinge C’è da superare questo scoglio. Ma se una costante c’è in questa tournée porta il nome di Uçan. Garcia ha capito subito di avere tra le mani un potenziale titolare. Basta limarne qualche difetto, per esempio la troppa confidenza in alcune giocate e la tendenza a piacersi un po’ troppo in partita. Ma l’idea è che, in una squadra che continuerà a fare del possesso palla il cuore del gioco, il turco sia destinato a farsi largo con relativa facilità. Perché poi allenarsi vicino a gente come Pjanic, tanto per citarne uno, non può che aiutarlo. «Possiamo battere la Juventus — ha detto il bosniaco a goal. com —. Siamo migliorati molto sul mercato, abbiamo preso gente che sa come si vince, in Italia possiamo raggiungere grandi traguardi. L’anno scorso ci è mancata l’esperienza, ora abbiamo pure una rosa lunga...». E con Uçan in rampa di lancio, mica male.