IL MESSAGGERO (C. SANTI) - Tutto come prima, almeno dopo la giornata di ieri. Carlo Tavecchio rimane in sella nella sua corsa per diventare il presidente della Federcalcio. Tre ore di colloquio con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e con il segretario generale, Roberto Fabbricini, un incontro durato fino alle dieci di sera - poco più di una, invece, la mattina è durato il faccia a faccia tra Malagò e Demetrio Albertini - per non fare quel passo indietro da più parti auspicato. Le parti, ossia Malagò, Tavecchio e Albertini, torneranno ad incontrarsi di nuovo al Coni lunedì.
Nessun passo indietro, abbiamo detto, da parte di Tavecchio che è stato convincente e dettagliato nel suo colloquio con i vertici del Coni con i quali ci teneva a ricucire il rapporto. Ma era chiaro che l’incontro al Foro Italico di ieri non poteva portare a conclusioni diverse se si parla di passo indietro. «Si va avanti con quelle che sono le regole, che sono chiare - ha spiegato dopo le dieci di sera Malagò - e parlo dell’articolo 17 comma 2 della Fifa». Il presidente del Coni mica poteva dire a Tavecchio di farsi da parte. Gli ha però spiegato tutte le complicazioni cui andrà incontro diventando presidente soprattutto dopo le gradevoli frasi pronunciate dal candidato Tavecchio che, imperterrito, vuole continuare per la sua strada.
«NON AVRÀ SCONTI»
Dopo tre lunghe ore di colloquio, un autentico affare di Stato, il numero uno dei Dilettanti lasciando il Coni ha affermato di aver «dato tutte le spiegazioni sul programma». Andrà avanti? Tavecchio è stato chiaro: «Se i miei sostenitori, che sono le Leghe, porteranno avanti la mia candidatura, io accetterò». Già, le Leghe che sono dalla sua parte e gli garantiscono almeno il 60 per cento dei voti anche se qualche falla all’interno della serie A e della serie B si apre senza contare che la vera regia di tutte le operazioni sono nelle mani di pochissimi che fanno da apripista per tutti.
Il futuro, anche se la giornata di ieri è stata a favore di Tavecchio, è però tutto da decifrare. «Sulla governance della Federazione - ha spiegato Malagò - ho espresso la mia opinione e ho detto che non ci dovranno essere cambiali da pagare. Ho aggiunto a Tavecchio che da qui all’11 agosto non avrà sconti da nessuno e che lui dovrà parlare solo con se stesso e fare ogni valutazione da solo». Già, ma il passo indietro da fare, il gesto che, in fondo, era auspicato e, diciamocelo, era il leit motiv dell’incontro di ieri, ci sarà? Malagò non può rispondere sì o no: può solo osservare e dire: «In questo momento non è un’ipotesi sul tavolo ma ci sta tutto. E da qui alle elezioni tutto è possibile».
Un passaggio importante ci sarà oggi durante il Consiglio federale della Figc a via Allegri. I calciatori, ovvero Damiano Tommasi, faranno una proposta: fuori Tavecchio, Albertini presidente con Lotito e Macalli i suoi vice. Di sicuro questa idea verrà bocciata.
I temi affrontati con Tavecchio durante le tre ore, ben due partite intere di calcio, sono stati tantissimi. «Ho chiesto idee sul cittì e sul calcio femminile - ha detto Malagò - È chiaro che il Coni guarda anche alle Olimpiadi dove il calcio assegna due medaglie, una per il calcio maschile e una per quello femminile. Abbiamo parlato anche del settore tecnico che è da rifondare, compreso il settore scolastico».
LE PROBLEMATICHE FUTURE
Tavecchio sa perfettamente quali saranno le problematiche una volta eletto presidente. Malagò lo ha invitato a riflettere soprattutto dopo la sua frase sulle banane. «Ne abbiamo parlato, non si può accettare, non può andare bene, nello sport ma non solo. Ha chiarito e chiesto ancora scusa».
Il premier Matteo Renzi intanto è intervenuto nella questione calcio per dire che non vuole e non deve intromettersi. «Se io dicessi una parola su Tavecchio da premier - ha osservato Renzi - Juve, Roma e Napoli potrebbero essere escluse dalla Champions». Il presidente del Coni, che ha riferito le parole di Renzi a Tavecchio durante il loro colloquio, ha ribadito che le dichiarazioni del primo ministro «sono ineccepibili» ricordando le normative internazionali e le possibili squalifiche per la Federazione.
Sul possibile commissariamento della Figc, Malagò ha ricordato che «adesso non è possibile a meno che non vi siano candidati alle votazioni oppure che la Federazione abbia problemi amministrativi o non partano i campionati».