IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - «L’Amministrazione capitolina, al di là di qualche possibile aggiustamento del progetto definitivo, non intende trasformare la via del Mare e la via Ostiense in una sorta di "autostrada" urbana che incentiverebbe l’uso del mezzo privato».
Quindi, il progetto originario di Parnasi - un semplice allargamento delle due strade fra il Raccordo e Magliana - è il massimo che possiamo aspettarci. La macchina o la moto - un po’ come accaduto per le varie pedonalizzazioni - vanno lasciate in garage.
Questo è quanto è emerso dalla serie di incontri che si sono tenuti ieri pomeriggio in Campidoglio fra il vicesindaco, Luigi Nieri - che sostituisce il sindaco Marino in vacanza negli Stati Uniti con la famiglia - e, in via informale, alcuni dei partiti che sostengono la maggioranza: la Lista Marino e SeL. In mezzo, un incontro tecnico fra Nieri da una parte e gli assessori Caudo (Urbanistica), Improta (Mobilità), Estella Marino (Ambiente) e i capi segreteria degli Assessorati allo Sport e ai Lavori Pubblici. Supportato da tavole, grafici e cartine, Caudo ha illustrato il progetto originario e la sostanza dell’accordo stretto a New York con Parnasi e Pallotta.
Accordo che andrà perfezionato entro fine mese con il nuovo Studio di Fattibilità che Parnasi dovrà presentare in Comune e che prevede come essenziali per il via libera all’intero pacchetto: la costruzione della diramazione della linea B della metro da Magliana all’attuale stazione della Roma-Lido a Tor di Valle; la realizzazione di un ponte pedonale sul Tevere dalla stazione Magliana della ferrovia Orte-Fiumicino; un parco di 34 ettari videosorvegliato e una contestuale e contemporanea realizzazione di tutte le opere pubbliche connesse allo Stadio.
La viabilità - già portata all’attenzione del Comune dalle dichiarazioni del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro - è rimasta in secondo piano.
«Non è entrata nelle conversazioni - dicono al termine dell’incontro - perché ci si è concentrati sulla necessità di redigere la delibera che porteremo in Giunta il 4 settembre, in modo che l’interesse pubblico emerga con forza e completezza. Per questo, è stato convenuto che gli Assessorati impieghino i giorni rimanenti per studiare tutti i dettagli tecnici».
Intanto, lo Stadio continua a generare forti fibrillazioni all’interno della maggioranza, in special modo del Pd.
Dopo le dichiarazioni di Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza in Consiglio, che aveva puntato i piedi affinché nel progetto rientrassero anche gli adeguamenti delle strade e non solo quelli per il trasporto pubblico, è intervenuto Tommaso Giuntella, presidente romano del Pd, che ha appoggiato la posizione di Panecaldo: «Il Pd romano ha sempre avuto interesse a massimizzare i benefici per i cittadini».
Ha fatto sentire la sua voce anche Umberto Marroni, deputato ed ex capogruppo del Pd al Comune nella passata consiliatura: «L’impianto deve essere di proprietà della Roma, le cubature aggiuntive non rientrano nello spirito della legge, questa è una variante urbanistica». La proprietà dell’impianto è tema rilanciato anche da Antonio Stampete, presidente della Commissione Urbanistica: «è di Pallotta o della As Roma? Tutti i consiglieri sono interessati a questo aspetto», e, ribadendo che «l’accordo di New York è buono ma si può sempre migliorare la questione viabilità», attacca «quelli che oggi parlano ma che ieri, con le Giunte di centrosinistra, hanno creato cubature su cubature senza servizi, come a Ponte di Nona».
E a Roberto Morassut - ex assessore all’Urbanistica di Veltroni estremamente critico su tutto il dossier - saranno fischiate le orecchie.