Conte prima scelta, Mancini fuori dai giochi

12/08/2014 alle 12:05.
antonio_conte

CORSERA (A. BOCCI) -  nì, Mancini no. L’allenatore della nazionale è una priorità per Carlo Tavecchio, ma la strada è in salita e piena di ostacoli. «Non ho ancora chiamato nessuno», assicura il nuovo presidente ai delegati presenti. E più tardi, al riparo da orecchie indiscrete, confida ai consiglieri: «Ci sono cinque o sei nomi, ora comincerò le consultazioni». Non ha molto tempo.

L’Italia è senza guida da 49 giorni e il primo settembre dovrà radunarsi (probabilmente a Coverciano) per l’amichevole con l’Olanda, in programma il 4 a Bari. Cinque giorni dopo, a Oslo, è previsto il debutto nel girone di qualificazione all’Europeo 2016, contro la Norvegia. C’è l’urgenza di una scelta. Tavecchio, forse per mettersi al riparo da nuove polemiche e per esaudire le richieste del Coni, vorrebbe . Due anni di contratto a un milione e mezzo di euro. L’ex juventino ascolterà, ma l’Italia non è una priorità nella sua testa: convincerlo è più difficile che scalare l’Everest. E, probabilmente, non servirebbe a niente offrigli la possibilità di svincolarsi alla fine della prossima stagione, dopo solo un anno, nel caso in cui l’ex bianconero ricevesse l’offerta di una grande squadra. Lo juventino, pur onorato, pensa di continuare la sua carriera come tecnico di club dopo aver vinto tre scudetti di fila alla .

Roberto Mancini, invece, si è chiamato fuori prima ancora di essere interpellato. All’idea di allenare la nazionale si era affezionato e non ne avrebbe fatto una questione di soldi. Quello che manca è il feeling. I suoi rapporti con il nuovo potere di via Allegri sono perlomeno gelidi: Mancio non vuole avere niente a che fare con Lotito e anche con Galliani non va d’amore e d’accordo. Per questo nello scorso weekend ha rotto gli indugi e lasciato la Sardegna per la Francia: una vacanza di studio in attesa di una squadra. Così, suo malgrado, Tavecchio dovrà tornare al programma di partenza, cioè ad un allenatore che non chiede la luna e possa aiutare la Federcalcio a sviluppare una cantera federale di allenatori: Alberto Zaccheroni o Francesco Guidolin.

Ora come ora, più il primo del secondo. Ma la situazione è fluida. Zac non è stato interpellato, ma sarebbe pronto a dire sì. Magari insieme a Marco Tardelli con Antonio Cabrini nel ruolo di coordinatore delle rappresentative giovanili, appena lasciato libero da Sacchi. Zac ha vinto uno scudetto con il Milan e non ha problemi né con Lotito, né con Galliani. Anche Guidolin è pronto, magari con Fabio Cannavaro. In questo momento il friulano parte dietro il rivale, ma potrebbe rimontare grazie all’aiuto di Gino Pozzo che entrerà in Consiglio federale.