CORSERA (B. TUCCI) - Non vedremo più Totti «bello di notte». O Mauri. Perché i derby si disputeranno solo di giorno. Per motivi di sicurezza, è ovvio. Decisione sacrosanta, forse arrivata con ritardo. È il prezzo che Roma paga a quella piccola pattuglia di mascalzoni che si autodefiniscono tifosi. È colpa loro se la gente non va più alla partita, tenendo per mano i figlioletti. La paura vince sulla passione. L’Osservatorio ha avuto la mano troppo pesante? Non sono d’accordo. Forse i tifosi «buoni» avrebbero dovuto capire per tempo che bisognava isolare i teppisti e non lasciarli «lavorare» impunemente. Magari indicarli alle forze di polizia per tenerli lontano dagli stadi. Significava fare la spia? Assolutamente no. Quando un essere umano non è degno di stare nella società che lo circonda deve essere messo nelle condizioni di non nuocere.
Pazienza. Il derby in notturna, però, aveva un sapore diverso. Sicuramente più suggestivo, soprattutto se disputato nel momento in cui le serate diventano più tiepide. Ma questo è il prezzo che si deve pagare. In un territorio come quello dello stadio Olimpico, è facile nascondersi dietro un albero, approfittare delle siepi che circondano le vie d’accesso e sorprendere l’avversario. «Ringraziamo» chi ha fatto di tutto perché Roma fosse considerata una città violenta, nella speranza che, fra qualche tempo, i facinorosi siano definitivamente bandìti dagli stadi di calcio e il vero tifoso possa tornare in curva o nei distinti senza il terrore di essere coinvolto in una guerriglia