IL MESSAGGERO (B. SACCA') - Tournée è una parola che vale un mare di soldi. Milioni, in genere. Già, l’estate del pallone è cambiata: i lunghi ritiri alpini sono evaporati al calore della novità e hanno lasciato la scena ai giri completi del mondo, agli aerei presi a scansione, agli allenamenti portati ben oltre confine. Un beneficio? Uno svantaggio? Il tempo dirà. Per intanto gli allenatori, naturalmente, sono il ritratto della delusione: tollerano poco le tournée, la stanchezza montante, i cambiamenti del fuso orario, la mancanza di una reale preparazione atletica. I programmi estivi però ormai li stilano gli uffici del marketing, è evidente: e i tecnici, i giocatori difficilmente riescono ad opporsi. Solo Mourinho, che è Mourinho, stavolta ha indovinato la ricetta dell’antidoto, da mago della gestione qual è. Il Chelsea, come pure il Barcellona di Luis Enrique, non trascorrerà insomma il mese di luglio fra le poltrone della business class, bel colpo.
I MOTIVI Le ragioni delle trasvolate sono di natura economica, certo. Gli sponsor e gli investitori, del resto, arrivano a pagare cifre comprese fra i due e i 10 milioni di euro pur di ospitare una squadra, specie di prestigio, per qualche giorno. Follie. E non basta, figurarsi. D’altronde l’indotto è un meccanismo oliato alla perfezione: perché la visibilità estera suscita l’espansione del marchio, attrae nuovi supporter e genera nuovi profitti. A stringere, dunque, il propellente che tutto muove non è l’assegno d’ingaggio, no: piuttosto è la presenza, diremmo, «in loco» dei campioni, la pubblicità internazionale, la seduzione di un appassionato, per dire, newyorkese, australiano o coreano.
ISTRUZIONI PER GLI...USA Il mappamondo delle attuali tournée è un ombrello con pochi raggi, quasi tutti spioventi verso l’America: settentrionale o meridionale che sia. La Roma, l’Inter e il Milan, ad esempio, parteciperanno alla Guinness Cup negli Stati Uniti, per l’appunto, insieme al Real Madrid di Ancelotti, al Manchester Utd, al Manchester City, al Liverpool e all’Olympiakos. Giusto per intendersi, i soli giallorossi descriveranno un percorso di circa 20 mila chilometri. Anche l’Atletico Madrid planerà negli Usa ma presto raggiungerà il Messico. E pure l’Arsenal, il Bayern Monaco di Guardiola e il Monaco hanno scelto i tifosi muniti di dollari fruscianti.
DALLA PARTE OPPOSTA Viceversa la Juventus ha deciso di proiettarsi in Asia e visiterà l’Indonesia, l’Australia e Singapore: oltre 33 mila chilometri d’aereo. Allegria. I bianconeri saranno comunque in buona compagnia: lì vicino, ad Hong Kong per l’esattezza, soggiornerà il Paris Saint Germain. La Fiorentina di Vincenzo Montella, infine, ha cominciato ieri un viaggio a dir poco impossibile: vagolerà per l’Argentina, il Brasile e il Perù. Obiettivo: la copa Euroamericana.