IL ROMANISTA - Iturbe ma non solo. L’operazione più costosa della Roma americana non chiude il mercato giallorosso in entrata, anzi. L’impressione è che il colpaccio debba ancora arrivare e che il reparto in cui verrà piazzato possa essere ancora l’attacco. Yarmolenko, Shaqiri, Eto’o i nomi che si fanno con più insistenza, ciascuno legato a uno scenario differente. Sullo sfondo c’è Adem Ljajic, che la Roma non vorrebbe cedere e non ha mai offerto come pedina di scambio per arrivare ad altri giocatori, ma che, a fronte di un’offerta importante, potrebbe essere lasciato partire. Il Milan gli fa la corte già dallo scorso anno, quando addirittura Adem credeva che con i rossoneri l’affare fosse praticamente fatto. Galliani ci sta ripensando, ma dalle parti di Milanello di soldi ne girano pochissimi e per potersi sedere a un tavolo con Sabatini e farsi almeno ascoltare servono non meno di 15 milioni di euro. Cifra che al momento non ha offerto nessuno, nemmeno lo Schalke 04 che, scrivono in Germania, avrebbe pronta una proposta di 11 milioni per Ljajic. Se i tedeschi dovessero alzarla, allora non è escluso che a Trigoria possano pensarci, magari nell’ottica di reinvestire l’incasso per tentare il colpo Shaqiri. L’ex Basilea teme di trovare poco spazio con Guardiola, visto che in attacco oltre a Müller, Ribery e all’eroe nazionale Mario Götze è arrivato pure Lewandowski.
Dopo la bella figura fatta al Mondiale con la sua Svizzera, Shaqiri non vuole rischiare di finire ai margini, per questo è disponibile a valutare offerte, qualora ne arrivassero. Sabatini aveva già provato a portarlo alla Roma nell’estate 2010, quando era ancora al Basilea e si era messo in luce giocando proprio contro i giallorossi, ma alla fine non se n’era fatto niente. Quattro anni più tardi, la valutazione del giocatore è triplicata, visto che il Bayern, secondo i media tedeschi, chiederebbe non meno di venti milioni. Quanto al giocatore, l’idea Roma gli piace e trovare un accordo con lui non sembra difficile. L’altro nome caldo è quello di Andriy Yarmolenko, venticinquenne gioiello della Dinamo Kiev, di cui in Ucraina si parla come del nuovo Shevchenko. Anche qui la valutazione si aggira intorno ai venti milioni, ma potrebbe scendere visto che qualche giorno fa il presidente Surkis ha praticamente messo il giocatore sul mercato ammettendo che «se ci saranno offerte serie, saremo sempre pronti a sederci a un tavolo per discutere oggettivamente. Ma solo nel caso in cui sia lui a voler andare via». E lui, Yarmolenko, dopo tanti anni a fare la promessa nella Dinamo Kiev ora sembra pronto a lasciare il club in cui è cresciuto. La Roma resta alla finestra in attesa che si scoprano le carte sull’altro tavolo, quello in cui si gioca la partita Shaqiri. E poi c’è Samuel Eto’o. Da provocazione a suggestione nel giro di un paio di settimane, con il passare del tempo l’ipotesi di vedere il camerunense in maglia giallorossa assume contorni sempre meno fantasiosi.
«Me l’hanno detto i miei amici di Londra, magari venisse - le parole dell’ex compagno di Chelsea Ashley Cole - Credo che con lui la squadra migliorerebbe». Conclusa l’esperienza alla corte di Mourinho, Eto’o tornerebbe di corsa in Serie A e alla Roma troverebbe un estimatore di non poco conto come Francesco Totti. I media africani sostengono che l’affare sia praticamente fatto e che il giocatore possa essere in campo già nell’amichevole del 26 luglio, in realtà di fatto non c’è niente, anche perché il primo ostacolo in un’eventuale trattativa sarebbe rappresentato dal faraonico ingaggio che il camerunense percepisce. Un po’ raffreddata la pista Carrasco, giocatore che la Roma ha in mano (era atteso in città all’inizio di questa settimana), ma per il quale c’è ancora da mettere a punto l’accordo con il Monaco, che chiede una cifra intorno ai sette milioni. L’arrivo del gioiellino belga, comunque, non esclude quello di un altro attaccante, da Shaqiri in giù. Quanto alla difesa, Sabatini è al lavoro per portare a Garcia un difensore centrale. Il tecnico vorrebbe Basa, trentunenne del Lille, l’altro nome caldo è quello dell’olandese Vlaar, che si è messo in evidenza giocando una partita perfetta nella semifinale mondiale contro l’Argentina. Qualcosa potrebbe muoversi anche prima della partenza per gli Stati Uniti, fissata per lunedì.