GASPORT (C. ZUCCHELLI) - L’umore, bastava vederlo il primo giorno di raduno a Trigoria, non è certo al massimo. Comprensibile, considerando che Federico Balzaretti non vede il campo da 255 giorni, cioè dal 10 novembre. La pubalgia non gli ha dato tregua, l’intervento a cui si è sottoposto a Boston non ha dato i risultati sperati così come non li ha dati la terapia conservativa. Ha lavorato praticamente tutti i giorni negli ultimi otto mesi, ma la situazione non è mai sensibilmente migliorata. Per questo, alla vigilia dell’ennesimo consulto medico a Boston (ma da un altro medico rispetto a quello che lo ha operato), Balzaretti è costretto a convivere con la paura che l’auspicato rientro in campo, per lui, diventi anche un miraggio.
La proposta La Roma gli è accanto, per il gruppo è una colonna importante, la società lo stima e, nonostante il contratto in scadenza a giugno, non ha mai parlato di rescissione anticipata. Anzi: considerando che Balzaretti guadagna intorno ai 2 milioni, la Roma sta pensando di allungare l’attuale accordo per spalmare l’ingaggio ed, eventualmente, dare una possibilità al ragazzo anche fuori dal campo. Più o meno, anche se con modi e cause diverse, si ripeterebbe quanto fatto con Montella anni fa: il contratto da calciatore venne spalmato e, una volta appesi gli scarpini al chiodo, gli fu affidata una panchina del settore giovanile. D’altronde Balzaretti ama lavorare con i ragazzi, come ha dimostrato l’esperienza a Ibiza, e se le sue condizioni fisiche non dovessero migliorare sarebbe il primo a fare un passo indietro. Perché lui ce la sta mettendo tutta per guarire (ha anche chiesto un parere a un medico francese approfittando di un viaggio a Parigi dalla moglie), ma non ha intenzione di continuare a fare lo spettatore (pagato) dei compagni ancora a lungo.