LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - Maicon, è contento che questo strazio sia finito?
«No. Ho speso due anni di sofferenza per tornare in nazionale e vivere questa avventura, ma non per arrivare a questo risultato ».
Come si risale da questa umiliazione?
«Chiedendo scusa, come abbiamo già fatto. E poi rialzando subito la testa. Questa squadra ha un grande futuro ».
Lo crede davvero, nonostante l’inglorioso presente?
«Questo è un gruppo bello, buono, sano. Siamo tutti amici. Insieme possiamo fare molto».
Non percepisce un clima di smobilitazione attorno a voi?
«In Brasile è così, due ko mettono in discussione tutto. Scolari ha studiato tanto per scegliere i 23 e ha fatto le scelte giuste, poi è logico che i risultati negativi scatenino il casino. Ma dobbiamo ragionare a mente fredda. Il dato di fatto è che abbiamo costruito una squadra in un solo anno, mentre la Germania ce ne ha messi otto. Servono tempo e pazienza. Abbiamo dei giovani fantastici, il futuro è loro».
Non teme che questi ragazzi rimangano marchiati per sempre?
«No. La loro voglia di rivalsa è grandissima, l’ho percepita già nello spogliatoio. Ci penseranno ancora durante le vacanze, ma quando si ricomincerà saranno carichi. Sono esperienze che segnano e insegnano. Tra quattro anni, in Russia, saremo un grandissimo Brasile. Con tanti di questi giovani».
E lei che fa, smette o tira ancora avanti?
«In nazionale ci torno di corsa. Se mi chiamano, io ci sono».
Si aspettava che la gente vi sostenesse nonostante tutto?
«Sì. Il Brasile non è più quello del 1950, siamo un popolo maturo. So che le ultime due partite sono state una vergogna, ma sapevo che i tifosi non ci avrebbero lasciati soli».
Cosa c’è, adesso, nel suo futuro?
«Un po’ di vacanze. Poi, non vedo l’ora di tornare a Roma, dove sto benissimo a da cui non voglio mai più andare via. Vedo che stanno facendo bellissimi acquisti. Anzi, devo parlare al più presto con Sabatini, perché voglio rinnovare il contratto».
(Passa Wesley Sneijder, batte una pacca sulle spalle di Maicon, che si volta. I due si abbracciano forte. «Ti vedo bene», gli dice l’olandese. «Bene un cazzo», risponde il brasiliano. È l’ultimo gesto del suo Mondiale).