Maicon: "Non vedo l'ora di tornare a Roma. Il Mondiale? Una vergogna, ma il futuro è nostro"

14/07/2014 alle 14:55.
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LA REPUBBLICA (E. GAMBA) - , è contento che questo strazio sia finito?
«No. Ho speso due anni di sofferenza per tornare in nazionale e vivere questa avventura, ma non per arrivare a questo risultato ».

Come si risale da questa umiliazione?
«Chiedendo scusa, come abbiamo già fatto. E poi rialzando subito la testa. Questa squadra ha un grande futuro ».

Lo crede davvero, nonostante l’inglorioso presente?
«Questo è un gruppo bello, buono, sano. Siamo tutti amici. Insieme possiamo fare molto».

Non percepisce un clima di smobilitazione attorno a voi?
«In Brasile è così, due ko mettono in discussione tutto. Scolari ha studiato tanto per scegliere i 23 e ha fatto le scelte giuste, poi è logico che i risultati negativi scatenino il casino. Ma dobbiamo ragionare a mente fredda. Il dato di fatto è che abbiamo costruito una squadra in un solo anno, mentre la Germania ce ne ha otto. Servono tempo e pazienza. Abbiamo dei giovani fantastici, il futuro è loro».

Non teme che questi ragazzi rimangano marchiati per sempre?
«No. La loro voglia di rivalsa è grandissima, l’ho percepita già nello spogliatoio. Ci penseranno ancora durante le vacanze, ma quando si ricomincerà saranno carichi. Sono esperienze che segnano e insegnano. Tra quattro anni, in Russia, saremo un grandissimo Brasile. Con tanti di questi giovani».

E lei che fa, smette o tira ancora avanti?
«In nazionale ci torno di corsa. Se mi chiamano, io ci sono».

Si aspettava che la gente vi sostenesse nonostante tutto?
«Sì. Il Brasile non è più quello del 1950, siamo un popolo maturo. So che le ultime due partite sono state una vergogna, ma sapevo che i tifosi non ci avrebbero lasciati soli».

Cosa c’è, adesso, nel suo futuro?
«Un po’ di vacanze. Poi, non vedo l’ora di tornare a Roma, dove sto benissimo a da cui non voglio mai più andare via. Vedo che stanno facendo bellissimi acquisti. Anzi, devo parlare al più presto con , perché voglio rinnovare il contratto».

(Passa Wesley Sneijder, batte una pacca sulle spalle di , che si volta. I due si abbracciano forte. «Ti vedo bene», gli dice l’olandese. «Bene un cazzo», risponde il brasiliano. È l’ultimo gesto del suo Mondiale).

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