CORSERA (F. MONTI) - Il calcio ha paura del commissario, che sarebbe nominato dal Coni per statuto. E gioca in difesa, a scopo preventivo. È questo il senso del sorprendente comunicato sottoscritto dalle Leghe (serie A, B, Lega Pro e Dilettanti): «Rimaniamo stupiti di fronte all’ipotesi di un commissariamento. Richiamiamo gli articoli del nostro statuto, dei regolamenti e le norme che parlano chiaro. Non esiste alcun presupposto per commissariare, né di carattere formale, né di carattere sostanziale. La Federazione ha il diritto e il dovere di determinare in modo autonomo, trasparente e democratico i suoi organismi dirigenti nel pieno rispetto del regolamento in vigore». Letto così, il comunicato sembra un segnale di forte compattezza fra le Leghe, ma forse a tenerle unite è il rischio che la rifondazione prescinda da loro. Il commissariamento potrebbe scattare soltanto nel caso in cui l’assemblea dell’11 agosto non riuscisse a eleggere un nuovo presidente (serve il 50% più uno dei voti, alla terza votazione, anche se il candidato fosse uno solo) e la federazione si ritrovasse senza governo. In attesa dell’ultimo Consiglio della presidenza Abete (domani), oggi Tavecchio riunirà il Direttivo dei Dilettanti, prima di incontrare Malagò; invece del passo indietro, potrebbe proporre un patto di legislatura fuori tempo massimo per arrivare alla scadenza del 2016: lui presidente, Albertini vice con alcune deleghe importanti. Se l’idea è questa, sarà respinta al mittente, anche perché l’Aic dovrebbe cambiare uno dei quattro consiglieri designati (Tommasi, Perrotta, De Sanctis e Calcagno). Albertini ha già fatto il vice per otto anni; è stato accusato di immobilismo e non vuole ripetere l’errore. Diverso sarebbe se l’accordo prevedesse Albertini presidente e un vice espresso dalle Leghe. Un’ipotesi irrealizzabile.
Chi potrebbe essere nominato presidente? Una risposta l’ha data Petrucci, già presidente del Coni dal 1999 al 2013 (e commissario Figc nel 2000-2001) e ora alla guida della Federbasket: «La Figc ha il diritto e il dovere di eleggere il proprio presidente, Albertini e Tavecchio devono andare avanti. In questo momento, il Coni non ha alcun potere; la Figc deve essere autonoma e non c’è alcuna ipotesi di commissariamento. Se, e solo se, non riuscisse a eleggere nessuno, allora si interverrebbe con il commissariamento. E siccome è la federazione più importante, l’incarico potrebbe andare solo al presidente del Coni, Malagò ». Discorso ineccepibile, sul piano regolamentare: nel 1986, dopo l’eliminazione al Mondiale in Messico, era stato l’allora presidente del Coni, Franco Carraro a gestire la transizione della Figc, fino alle elezioni del 1° novembre 1987 (Matarrese). A fare il commissario, potrebbe essere anche il segretario del Coni (Roberto Fabbricini), così come nel 1996 era avvenuto con Pagnozzi (agosto-dicembre, quattro mesi di gran lavoro e ottimi risultati) oppure un’altra figura di alto profilo istituzionale.