LA REPUBBLICA (F. BIANCHI) - Dagli Usa la voce di James Pallotta arriva forte e chiara. «Ci vogliono uomini e regole nuove. Personaggi autorevoli e distanti dalle logiche che sin qui non hanno prodotto risultati». Il patron della Roma quindi sta con Andrea Agnelli. Sta contro Carlo Tavecchio, definito “non autorevole” dal n.1 juventino. Più diplomatico invece De Laurentiis, presidente del Napoli: «Il profilo giusto è un presidente moderno e giovane come testa. Tavecchio o Andrea Agnelli? Qui non bisogna stare né con gli uni, né con gli altri. Qui bisogna stare con il calcio italiano». Tavecchio si sente giovane (domenica fa 71 anni) e resta il favorito: per lui dovrebbero votare la Lega Pro (17%), gli arbitri (2%), la Lega B (5%) e ovviamente la sua Lega, quella Dilettanti (34%). Sufficienti per vincere. Ma a questi potrebbe aggiungersi anche un buon numero (810?) di presidenti di serie A. Il sindacato calciatori (20%) e l'assoallenatori (10%) però non si arrendono. Tommasi spiega: «Lo troveremo un nome, presto parleremo con Albertini. Demetrio è il più preparato di tutti. Purtroppo, c'è ancora l'idea che i calciatori non debbano parlare. E non capisco il perché». Netto anche Ulivieri: «L'alternativa c'è: si chiama Albertini, e io spero ancora che decida di candidarsi. Sarebbe ai limiti della decenza, comunque, se l'11 agosto ci fosse un solo candidato. Il ct? Mai in passato sono stato interpellato: non spetta a me decidere, ma al nuovo presidente federale. Semmai, sarebbe meglio se venisse sentito Rivera».
Se tocca davvero a uno della cantera di Coverciano, come sostiene da tempo Tavecchio, ecco che Tardelli balzerebbe in pole position (magari con Cabrini vice). Decisione a Ferragosto, dopo l'assemblea elettiva. C'è chi tiene i toni soft e c'è chi infiamma la volata. Dopo Macalli («gli Agnelli hanno spolpato l'Italia»), non si sottrae nemmeno Alberto Mambelli, consigliere federale e vice di Tavecchio: «Agnelli è un gran maleducato, oltre che un incompetente: come si permette di dire che Tavecchio non è adeguato, se nemmeno lo conosce? Con Barbara Berlusconi, Agnelli fa parte di quella generazione di quarantenni che non sa distinguere un pallone da un cocomero... Sono due illustri signor nessuno piazzati lì chissà perché». Mambelli, ovviamente, boccia anche Albertini («non sa nulla di calcio, perché non si dimette?»). Da qui all'11 agosto può succedere di tutto.