GASPORT (M. IARIA) - Domani sarà il giorno di Carlo Tavecchio: all’assemblea dei Dilettanti presenterà il suo programma per la presidenza della Federazione e verrà indicato ufficialmente dalla sua componente come candidato a quella poltrona. I numeri continuano a essere dalla sua parte, dopo l’appoggio di B e Lega Pro, e oggi potrebbe arrivare un segnale politico anche dall’assemblea della Lega di Serie A. Almeno questo è il piano della coppia Lotito- Galliani. Nella massima divisione il clima è freddissimo tra le due “anime” di via Rosellini.
Belle intenzioni La settimana scorsa ci si era lasciati firmando una tregua momentanea: l’assemblea aveva evitato di spaccarsi sui nomi dando mandato ad Agnelli e Lotito, i «leader» dei due fronti, di mettere giù un programma di istanze della Serie A da portare all’attenzione dei candidati presidenti. Una specie di melina. Sapete come è andata a finire? In questi giorni Agnelli e Lotito, che pure avevano condotto con un certo feeling la trattativa con l’advisor Infront, non si sono incontrati. Solo qualche telefonata, soprattutto nessun programma condiviso. Anzi, ieri sarebbe circolata una mail con il presidente della Juventus come mittente, Beretta, Lotito e, per conoscenza, gli altri presidenti come destinatari. Contenuto: le idee programmatiche di Agnelli. Pare che il patron della Lazio sia rimasto di sasso, avendo un altro programma da illustrare oggi. Spifferi maliziosi? Questa, comunque, è la forma. La sostanza dice che in Serie A c’è condivisione nel rivendicare la centralità del ruolo della Lega nel calcio italiano. Ma si va in ordine sparso sul resto.
Divergenze La visione di Agnelli è chiara: Serie A a 18, tetto alle rose con un minimo di calciatori cresciuti nei vivai, seconde squadre. Ecco, su quest’ultimo punto Lotito la pensa diversamente: lui, con l’esperimento Lazio-Salernitana, è per le multiproprietà. La campagna elettorale di questi giorni non ha fatto che risaltare le diverse sensibilità, con Agnelli a sostenere la candidatura di Albertini e Lotito quella di Tavecchio. Che è in vantaggio anche in A: 10 voti, 12? Agnelli è sicuro dei suoi, Lotito anche. Anzi, pare che il presidente biancoceleste sia pronto al colpaccio, come nel gennaio 2013 quando ci fu la rielezione di Beretta e l’occupazione delle poltrone da parte dell’asse Lazio-Milan: indicare Tavecchio come candidato della A e fare le nomine interne (consiglio federale, consiglio di Lega e fondazione della mutualità) a sua immagine e somiglianza. Mandando in via Allegri, in qualità di consiglieri federali, se stesso e Zamparini o Pozzo. A meno che non si ristabilisca l’unità in Lega: così in Figc andrebbero Lotito e Agnelli, o un rappresentante di quello stesso schieramento. Ma non tira aria buona. È probabile che la “moral suasion” del presidente del Coni Malagò («niente personalismi») rimarrà inascoltata.