IL MESSAGGERO - Prima di partire per gli Usa, Ashley Cole si è concesso ai microfoni di Roma Channel. «Ho scelto la Roma per le ambizioni che ha, l'anno scorso è arrivata seconda, ho parlato con il mister e mi ha manifestato l'ambizione e la voglia di vincere, voglio contribuire alla conquista dello scudetto. Ho avuto offerte da squadre minori, anche dagli Usa, ma non avevo voglia di sdraiarmi su una spiaggia. Sono venuto qui per vincere, ho vinto molto in carriera e non voglio fermarmi, ho 33 anni è vero, sto invecchiando, ma la voglia, il fuoco e la determinazione ci sono, non voglio sdraiarmi, sono qui per vincere», il suo virgolettato. E ancora. «Il calore dei tifosi e la passione l'ho percepita subito, appena ho messo piede a Roma volando da Londra, c'erano molti tifosi all'aeroporto, quando arriviamo in auto al campo d'allenamento sono lì fuori ad aspettarci, cantano e ci incoraggiano, nel primo allenamento correvo intorno al campo e sentivo i loro cori.Mi era stato detto della loro passione per la squadra e per il calcio, non vedo l'ora di provarla e di viverla. Ho ancora voglia di provare queste emozioni e questo entusiasmo, spero di contribuire a vincere qualcosa di speciale con questa squadra». Gli obiettivi con la Roma sono chiari. «Vincere. Anche se dovessi disputare una buona stagione sul piano personale, se alla fine non dovessimo vincere nulla sarebbe una delusione. Sono venuto qui per vincere, abbiamo una squadra in grado di vincere il campionato, questo mi dà molta carica, l'obiettivo personale è vincere e se non lo facciamo sarebbe una delusione».
IL CAPITANO DIVINO «Totti? L'ho affrontato da avversario diverse volte, la prima avevo 19-20 anni, era straordinario. È una specie di divinità qui, è in questo club da 20 anni, è un idolo per questo club e per questa squadra, lui e la Roma si identificano l'uno con l'altro. Magari un giorno faremo una bella chiacchierata, anche se sono un ragazzo un pò timido e tendo a restare sulle mie, magari in futuro avremo modo di parlare con calma», ha sottolineato Ashley. «Nel calcio ho dovuto sempre lottare per un posto, è quello che amo, ho sempre avuto questa mentalità vincente. Ho avuto la fortuna di vincere molti trofei, o forse è solo la paura di perdere, odio perdere». Infine. «Ho fatto i miei errori come tutti, sono un pò timido e tendo a stare per conto mio, in Inghilterra non è facile il rapporto con la stampa, è diverso da qui e questo è un altro motivo per cui ho scelto di venire qui in Italia, per sfuggire a una sorta di campagna chemi dipingeva come un mercenario, un simulatore, una brutta persona, ma credo di essere esattamente il contrario».