GASPORT (A. D'URSO / V. PICCIONI) - Lei è un simbolo di pace, sport e civiltà». Il ministro dell’Interno è nella sua stanza e si rivolge ad Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito. Angelino Alfano ha voluto precedere l’incontro antiviolenza con le istituzioni sportive, con un colloquio con i genitori del tifoso napoletano morto per le conseguenze di quel terribile 3 maggio a Tor di Quinto. Rivolgendosi ad Antonella e a suo marito Giovanni, Alfano ha citato «lo straordinario contributo dato dalla vostra famiglia contro la violenza negli stadi e a favore dello sport vero, che si nutre di amore e non di odio». Non c’è stato solo cordoglio e solidarietà. Antonella e Giovanni hanno discusso con il Ministro e il capo della Polizia Alessandro Pansa di lotta alla violenza «perché il sacrificio di Ciro non sia stato vano». All’incontro c’era anche una piccola delegazione di Scampia e i legali della famiglia, gli avvocati Sergio e Angelo Pisani. Quest’ultimo, che è anche il presidente dell’Ottava Municipalità di Napoli, quella dove abitano gli Esposito, ha ribadito al Ministro «la richiesta di una medaglia al valore per Ciro e di provvedimenti concreti e duraturi nel tempo per il riscatto del nostro quartiere».
Trasferte vietate Oggi Alfano riceverà di prima mattina i vertici di Coni, Federcalcio e Leghe. Annuncerà la svolta sul daspo di gruppo e l’inasprimento del divieto da stadio per i recidivi. Ma anche un giro di vite sulle trasferte di alcune tifoserie e per alcune partite a rischio, un pezzo della strategia preventiva nei confronti del pericolo di «vendette » per la morte di Ciro Esposito. Sarà un incontro significativo ma non risolutivo. Il Consiglio dei Ministri è ingolfato di argomenti, è probabile che serva anche un ulteriore approfondimento per irrobustire la copertura giuridica delle norme. E così si arriverà a un altro rinvio, sperando che sia l’ultimo. In ogni caso, lo strumento di intervento sarà quello del decreto legge.
Daspo di gruppo Sui nuovi daspo c’è già un convincimento diffuso. L’idea di un divieto a vita di frequentare lo stadio è stata scartata per dubbi di costituzionalità. Si andrà invece a un «rincaro » dell’interdizione: 8 anziché 5 anni con l’obbligo di firma in una caserma o in un commissariato per i destinatari del provvedimento. Ma la vera novità è il daspo di gruppo, una sorta di responsabilità oggettiva negli ultrà, che per le forze dell’ordine costituirebbe un deterrente importante per isolare i violenti. Inoltre il leader del gruppo violento avrà un’ulteriore sanzione. Da verificare anche la possibilità di una pena ridotta per chi accetterà di rivelare i protagonisti di violenze e devastazioni.
Chi deciderà? Quanto alle trasferte, si tratta anche di studiare il soggetto istituzionale che avrà l’autorità di prendere la decisione. Non è l’unico dei fronti su cui lavorare. Più volte le autorità sportive hanno chiesto, per esempio, un potenziamento della figura e della formazione degli steward, spesso vittime impotenti delle leggi non scritte dello stadio. Da trasformare in provvedimento anche la famosa settorializzazione delle curve.
Semplificazione Oggi, però, si farà anche il punto sull’altro versante della strategia. Il «ridare a bambini e famiglie lo stadio» è ancora attualissimo. Il problema è come. Sicuramente la semplificazione degli accessi e della vendita online non andrà in soffitta. Come la sburocratizzazione della tessera del tifoso (anche nel lessico per Malagò è meglio chiamarla «dello sportivo»). Una combinazione dunque fra «stretta » e «apertura» non semplicissima. Ma necessaria.