IL TEMPO (A. SERAFINI) - Le ultime ore avevano suscitato sensazioni positive. Poi c'è stato anche il tempo di un sorriso. Arrivano buone nuove per Dodò, visitato nella mattinata di ieri dal professor Cerulli al Policlinico Gemelli per quantificare i danni subiti dopo l'infortunio al ginocchio sinistro.
La visita ortopedica i ha confermato che i legamenti del terzino brasiliano sono rimasti integri e che al momento non ci sarà bisogno di ricorrere ad un intervento chirurgico. Come confermato da una nota ufficiale del club: «Dodò è stato sottoposto a visita specialistica, che ha confermato il trauma distorsivo al ginocchio sinistro. Al momento non sussistono le condizioni per l’intervento chirurgico. A tal proposito, la situazione verrà monitorata nei prossimi 7/10 giorni con ulteriori controlli clinici e strumentali».
Un problema causato da un movimento innaturale del terzino durante l'amichevole disputata nella notte di venerdì scorso contro l'Orlando City. La tournée romanista negli States si era conclusa con la preoccupazione del ragazzo di dover affrontare il travaglio legato alla rottura dello stesso legamento crociato operato in Brasile poco meno di due anni fa. La risonanza magnetica effettuata in America è stata spedita prontamente al Campus Bio Medico di Trigoria, dove i risultati inducevano ad aspettare qualche giorno ulteriore per una valutazione definitiva. Eliminato ogni dubbio e rischio di uno stop superiore ai 6 mesi, ora il brasiliano comincerà gradualmente il percorso riabilitativo aspettando la nuova visita già programmata per la prossima settimana. I tempi di recupero non sono stati ancora stabiliti, ma se non dovessero sorgere complicazioni, il ragazzo approfitterà dei mesi estivi per farsi trovare pronto in vista della prossima stagione.
Dopo le esperienze del passato, la Roma ha deciso di adottare la linea della prudenza anche per Ljajic, uscito malconcio dall'amichevole con la nazionale serba a New York. Nulla di grave per l'attaccante giallorosso che per i prossimi 15 giorni svolgerà le cure del caso a Belgrado.