IL ROMANISTA (P. A. COLETTI) - Roma-Juventus si gioca domenica alle 17.45. Il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, dopo aver consultato la Lega Calcio, l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e i rappresentanti provinciali delle forze di polizia, ha deciso di anticipare il big match dell’Olimpico di tre ore rispetto all’orario stabilito per ragioni di ordine pubblico. Ha avuto la meglio la paura per la possibiltà di infiltrazioni da parte di tifosi napoletani con il dente avvelanto dopo gli incidenti di sabato scorso prima della finale di Coppa Italia che hanno portato all’arresto dell’ex ultrà romanista Daniele De Santis per aver sparato al tifoso azzurro Ciro Esposito, ancora ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. Un orario insolito per una partita che non è mai come le altre.
L’anticipo soddisfa il Codacons che ieri, tramite il proprio presidente Carlo Rienzi, ha espresso tutta la sua approvazione per la decisione del Prefetto Pecoraro, anche se avrebbe preferito l’orario delle 12: «Il Prefetto ha accolto in pieno la nostra richiesta. Avevamo presentato l’istanza in Prefettura con la quale chiedevamo di anticipare l’incontro al pomeriggio per garantire l’ordine pubblico e garantire la sicurezza in città.
Il Prefetto ha quindi condiviso la nostra tesi. In merito all’orario, la nostra posizione è che la partita debba essere giocata alle ore 12 o al massimo alle ore 15, per favorire le operazioni di controllo e monitoraggio della zona limitrofa all’Olimpico ed evitare episodi analoghi a quello del 3 maggio scorso». Una scelta, quella dell’anticipo al pomeriggio, che trova d’accordo anche il presidente del Coni. «Ci adeguiamo a questa scelta - ha detto ieri Giovanni Malagò a margine della presentazione della corsa contro il cancro ‘Race for the cure’ -. Tale decisione è esclusivamente materia e competenza delle autorità preposte all’ordine pubblico, cioè prefettura e questura, e se hanno fatto questa valutazione, ritengo che abbiano le loro buone ragioni. Il mondo del calcio, e noi in particolare come proprietari dello stadio, ci adeguiamo a queste scelte». Il cambiamento d’orario è una sconfitta del calcio? Non del tutto, secondo Malagò: «Quando uno deve cambiare qualcosa già in corso d’opera non è mai bello. È chiaro che probabilmente si è fatta una valutazione che porta al risolvere un problema anzichè averne qualcun’altro». Il presidente del Coni si è detto «non preoccupato» su Roma-Juventus confidando nel comportamento dei tifosi: «Diamo prova di maturità perché ve ne è un gran bisogno, soprattutto nella città di Roma, ma in generale nel mondo del calcio». Anche il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, è sicuro che non ci sarà nessun problema di sicurezza domenica pomeriggio: «Faremo di tutto per garantire una giornata di gioco. Io non sono preoccupato – ha detto ieri Marino - perché ho avuto una serie di dialoghi con il Prefetto, il Questore. Avremo anche un migliaio di uomini delle forze dell’ordine che verranno da altre città per aiutarci a gestire la nostra Capitale. Ancora una volta è un modo per affermare come Roma sia una città straordinaria e quindi abbia esigenza di risorse straordinarie».
Nonostante l’anticipo resta alto il rischio di infiltrati napoletani domenica pomeriggio per Roma-Juventus. Anche in vista delle ultime notizie che arrivano dalla Procura sulla colpevolezza del tifoso romanista Daniele De Santis in merito alla sparatoria del 3 maggio contro gli ultrà napoletani. I pm, dopo aver ascoltato i testimoni, hanno formulato una prima ricostruzione: almeno quattro persone, con il casco in testa, erano con De Santis quando è avvenuta la sassaiola, con lancio di petardi, contro un bus con i tifosi del Napoli in transito verso lo stadio Olimpico in vista della finale di Coppa Italia di sabato scorso. Il gruppo di aggressori si è dileguato al primo accenno di reazione dei napoletani in una direzione diversa a quella di De Santis. Il quale, raggiunto da un primo gruppo di supporter azzurri, ha fatto fuoco quattro volte. Di ieri è anche la notizia della convalida del fermo per De Santis.
Il gip di Roma, Giacomo Erbert, ha disposto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere sottolineando che l’ex ultrà della Roma mostra una «natura incontenibile e specialmente violenta» e «la comprovata incapacità a misurare la gravità delle proprie azioni». Riferendosi a De Santis il giudice scrive, inoltre, che presenta «un generale atteggiamento di sfida nei confronti dell’ordinamento e delle sue regole». Un comportamento che fonda, nel giudice, «il convincimento che ogni altra misura, al di fuori della custodia cautelare in carcere, risulti inadeguata». Per il gip la misura cautelare in carcere è legata all’esigenza di evitare che «possano essere commessi reati dello stesso tipo di quello contestato» e per la «violenza della condotta, la futilità dei motivi dell’azione, l’assoluta mancanza di controllo e la totale incapacità di ponderazione della misura e del senso del pericolo per sé e per gli altri».
Il giudice, infine, fa riferimento alla «manifesta tendenza» di De Santis a farsi «giustizia da sé e i gravi, reiterati e specifici precedenti penali e carichi pendenti». Il gip di Roma, afferma infine che «allo stato della documentazione in atti, si ritiene individuato in De Santis l’autore dei colpi d’arma da fuoco». Il magistrato, a conferma di questo, cita la testimonianza di un testimone, un tifoso del Napoli. «Attendibile - scrive il Gip - appare la dichiarazione del testimone il quale riferiva di aver visto con certezza la scena e di essere sicuro che l’uomo che aveva sparato era lo stesso che veniva picchiato dai tifosi del Napoli e che veniva poi identificato in Daniele De Santis»