ILMESSAGGERO.IT (M. FERRETTI) - E, adesso, già si accettano scommesse su chi sarà il prossimo giocatore, o suo procuratore, a batter cassa alla Roma. In rapidissima successione, prima l’agente di Gervinho poi Mehdi Benatia in persona: ogni giorno una lamentela, ogni giorno una polemica/richiesta/minaccia. L’effetto domino temuto (dal club) con il rinnovo del contratto di Miralem Pjanicc’è stato, ed è esploso in maniera fragorosa. E così chi si sentiva in dovere di reclamare un aumento, una nuova e maggiore considerazione non s’è fatto pregare per renderlo pubblico.
Un comportamento forse poco elegante e assolutamente non in linea con i principi di accordi pluriennali, come quelli di Gervinho e Benatia, ma perfettamente coincidente con il calcio attuale. Quello che porta a non avere vincoli anche se si è vincolati, ad esempio. Quello delle bandiere che non esistono più, per dirne un’altra. In certi casi, una società cosa può fare oltre a blindare (blindare?) un proprio tesserato? Per dirla con l’avvocato Baldissoni, nella Roma non esistono uomini della Provvidenza, quindi anche Gervinho e Benatia non lo sono: cioè, si può fare a meno di tutti, in primis di chi non vuole (re)stare in un club come la Roma, a patto di incassare i soldi e reinvestirli in un giocatore di forza pari se non superiore. Il mercato ufficialmente non è ancora cominciato, ma già non è il caso di perdere tempo.