GASPORT (A. CATAPANO) - Raffaele Puzone ha paura. Quello striscione della curva Sud («Napoletano infame») secondo la Procura era indirizzato a lui. Puzone, uno dei componenti del gruppo che per primo ha fronteggiato Daniele De Santis su via Tor di Quinto, è il teste che dovrebbe inchiodare Gastone, l’ultrà romanista accusato del tentato omicidio di tre tifosi del Napoli, Ciro e Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. Eppure nella sua testimonianza — raccolta dalla polizia giudiziaria alle 2 del mattino del 4 maggio — fa mettere a verbale che «poiché i momenti erano molto concitati credo di non essere in grado di poter riconoscere la persona che ha sparato a Ciro se dovessi rivederla in foto o di persona, ricordo solamente che era molto corpulento, indossava una tuta di colore scuro, mi sembra nera, ed aveva la barba...».
Comunque attendibile L’identikit corrisponde e gli indumenti che descrive Puzone sono stati effettivamente ritrovati addosso a De Santis, insieme ad un passamontagna nero nascosto nella felpa. Mentre i guanti, anch’essi neri, sono stati rinvenuti sul pavimento all’interno del Ciak Village, dove gli ultrà napoletani avrebbero completato il pestaggio di Gastone, probabilmente utilizzando anche il coltello a serramanico trovato sulla scena del crimine. Ecco perché la testimonianza di Puzone è considerata comunque «attendibile» dalla Procura, che ne ha chiesto l’incidente probatorio. Peraltro, è l’unica a disposizione dei pm che ricostruisca quasi tutta la scena, fin dall’apparizione di De Santis — e di «altri 3 soggetti con caschi di tipo “jet” che stavano con lui» — su via Tor di Quinto. «Appena iniziato a percorrere il viale in direzione stadio — dichiara a verbale Puzone — la mia attenzione e quella di altri miei conterranei è stata attratta da una persona che urlava inveendo nei confronti dei passeggeri di un autobus bianco (con la scritta Cosmos, ndr) con a bordo tifosi del Napoli tra i quali anche donne e bambini... Quasi contemporaneamente lo stesso ha lanciato contro l’autobus un fumogeno acceso... poi ha iniziato a colpirlo con calci e pugni terrorizzando gli occupanti... A quel punto molti dei tifosi che si stavano dirigendo verso lo stadio, me compreso, siamo corsi verso di lui...».
Altre testimonianze? Quello che è accaduto dopo, secondo i pm Albamonte e Di Maio, è molto chiaro: De Santis si scopre in inferiorità numerica e indietreggia, i suoi compagni scappano, lui cade, estrae la pistola e spara, viene pestato a due riprese e soccorso dai conoscenti Baglivo e La Rosa, prima dell’intervento della polizia. «Un quadro — dichiarano Sergio Pisani e Damiano De Rosa, legali di Ciro Esposito — che troverebbe puntuale conferma anche in una serie di colloqui investigativi riservati svolti con soggetti presenti ai fatti di Roma»