IL TEMPO (E. MENGHI) - È finita si dice alla fine. Farlo prima ha fatto precipitare le motivazioni di una Roma comunque da applausi. Garcia non si aspettava certo che mettendo in chiaro l’evidenza, parlando di campionato chiuso per la prima volta in stagione e suonando la campanella della ricreazione, potesse arrivare una prestazione tanto brutta.
Ma Rudi non scarica le responsabilità tutte sulla squadra e fa mea culpa: «Abbiamo sbagliato tutto e tutti, giocatori e allenatore. Complimenti al Catania, si è vista la differenza di motivazione. Non avevo sbagliato è dire che il campionato era chiuso, ma non pensavo di vedere una partita così. Non sono preoccupato, ma stupito. Anche sapendo che il primo posto non era raggiungibile, quando scendiamo in campo dobbiamo dare tutto e non l’abbiamo fatto. Neanche io, che ho fatto almeno una scelta per la prossima gara, quella di non vedere Castan infortunarsi». E di tenere Gervinho a riposo, salvo poi ritirarlo fuori dal cilindro dopo 38 minuti e due gol subìti.
Quattro, alla fine. Tanti, troppi per Garcia, che anche a pancia piena pretendeva di vedere undici lupi in campo: «Può succedere di perdere, ma non in questo modo. La sconfitta non cancella nulla della nostra grande stagione, ma mi aspetto una risposta domenica prossima». Il tracollo al Massimino non intacca il campionato straordinario dei giallorossi, che a inizio anno avrebbero firmato per un secondo posto così. Ma contro la Juventus, all’Olimpico, dovranno tirare di nuovo fuori le unghie, perché è vero che non c’è più nulla di concreto in ballo, ma il senso di rivalsa va aldilà della classifica: «Ci sarà una bella partita contro la prima in classifica e quella non la dobbiamo sbagliare. Cos’ha in più di noi? L’abitudine a vincere, in Italia».
Non in Europa, questo è sottinteso. E guai a chiedere a Rudi di stilare l’elogio di Conte, perché quel nome non riesce proprio a pronunciarlo: «Saremo avversari, sarà una partita che deve servire per il futuro». E Conte? «Dico che l'allenatore della Roma è dispiaciuto di aver perso, io volevo vincere e anche i miei giocatori. Preferisco parlare di calcio».
Niente da fare, l’allenatore della Roma non parla dell’allenatore della Juve. Anche perché in testa ha ancora la partita che non gli è piaciuta per niente e si augura di non rivedere prestazioni simili, né ora che è arrivata la fine, quella vera, del campionato, né tantomeno quando ci sarà l’inizio del prossimo: «Il nostro gioco è rimasto negli spogliatoi, è quello il problema. Nessun movimento, nessuna scelta semplice e poca voglia in tutto. Se vogliamo disputare bene la prossima stagione dobbiamo finire bene questa». Con una festa davanti al proprio pubblico: «Perché il calcio deve essere una festa e spero che lo sia domenica per i nostri tifosi. Quello che è successo in Coppa Italia è stato brutto, solo la partita è stata bella».